06/03/2013 - 17:30

La Danimarca docet! Parola d'ordine: convertirsi alle biomasse

Mentre l'Italia tiene nel cassetto la Strategia Energetica Nazionale, la Danimarca ha avviato il processo di decarbonizzazione, seguendo gli obiettivi definiti nella "DK Energy Agreement, March 22 2012" per la produzione di energia rinnovabile e riduzione di emissione, che la condurranno entro il 2050 a soddisfare la domanda di energia al 100% da fonti rinnovabili.
Conversione dal carbone a biomasse, sostituzione caldaie a fonti fossili, eolico ed efficienza gli assi portanti della strategia danese. Dal 1° gennaio 2013 nei nuovi edifici danesi non si potranno più installare caldaie a fonti fossili e verranno stanziati fondi (42 milioni di corone danesi, circa 4,6 milioni di euro) per convertire a energia rinnovabile le caldaie a olio combustibile e a gas. Si promuoverà il teleriscaldamento da biomasse e altri fondi (35 milioni di corone) verranno destinati a promuovere la geotermia a bassa entalpia e le pompe di calore. Una conversione alle rinnovabili che interesserà anche i processi industriali: si valuta di stanziare per questo ambito circa 500 milioni di corone (67 milioni di euro) all'anno dal 2014 al 2020 e già 250 milioni di corone per il 2013.

Commenta Righini:" finalmente una voce fuori dal coro, per di più autorevole di un paese europeo del Nord d'Europa, attento e all'avanguardia nella promozione di stili di vita eco-sostenibili, che riconosce l'importanza dell'impiego delle biomasse legnose per la produzione di energia rinnovabile, nel rispetto dei limiti di emissione". Aggiunge Righini:" ci auspichiamo che l'esempio danese possa favorire uno scambio costruttivo tra gli operatori e i cittadini degli Stati Membri sull'utilizzo virtuoso di questo biocombustibile, che se ben gestito, rappresenta il "petrolio verde" per l'Europa, dissipando dubbi e incertezze sulla qualità dell'aria, spesso alimentati da interessi contrapposti".
Tommaso Tautonico
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