01/01/2013 - 01:00

Certificati verdi e art. 45 Finanziaria: la parola al governo

L'insurrezione delle associazioni che rappresentano il settore delle rinnovabili all'art. 45 della Finanziaria intitolato "Abolizione dell'obbligo di ritiro dell'eccesso di offerta di certificati verdi", ha portato la Commissione Ambiente del Senato a chiederne una revisione.
"Le associazioni che rappresentano il settore delle rinnovabili (Assoelettrica, Aper, Anev, Federpern, Itabia, ndr) hanno concluso oggi in Commissione Ambiente le loro audizioni, presentando dati che illustrano chiaramente quale sia l'apporto di questo settore non solo al mercato energetico italiano, ma a tutto il sistema Paese: se venisse confermata l'abolizione dell'obbligo del GSE di riacquistare i certificati verdi ben 9000 posti di lavoro attualmente in essere sarebbero a rischio, e verrebbe compromessa la possibilità dell'incremento di nuove 15000 unità che il mercato in espansione faceva prevedere fino a pochi giorni fa. Ben 4 miliardi e mezzo di euro investiti in impianti rischiano di venir bruciati per colpa di una norma che non trova spiegazione", hanno sottolineato il senatore Francesco Ferrante, responsabile per le politiche per il cambiamento climatico del Pd, e il senatore del Partito democratico Roberto Della Seta, capogruppo in Commissione Ambiente.

"C'e certamente bisogno di riformare il meccanismo di incentivazione delle rinnovabili per permettere al settore di proseguire in quei progressi che finalmente hanno permesso nel 2009 la produzione record di 66TWh (un quarto di tutta l'energia elettrica prodotta in Italia), senza pesare troppo sulle bollette elettriche (i dati pubblicati dall'Autorità per l'energia registrano nel 2009 un onere a carico dei consumatori pari a 630 milioni di euro e circa 1 miliardo di euro speso dal Gse per l'acquisto dell'eccesso di offerta, ndr) tenendo conto dell'innovazione tecnologica. Ma per farlo bisogna pensare a un disegno organico, non certo a queste misure improvvide e pericolose" hanno poi concluso i senatori Pd.
Anche secondo Gerardo Montanino, direttore operativo del Gestore Servizi Energetici "in un contesto in cui si registra un eccesso di offerta rispetto alla domanda, la misura potrebbe avere come effetto di aggravare questo squilibrio: il rischio è infatti che la presenza di tanti cv rimasti invenduti, faccia crollare il loro prezzo", mettendo così a rischio investimenti e posti di lavoro.

I certificati verdi, infatti, sono un sistema di incentivazione della produzione di energia verde.
La legge n. 244 del 24 dicembre 2007 (Finanziaria 2008) aveva imposto al Gestore Servizi Energetici di ritirare i certificati rimasti invenduti, ovvero quelli in eccesso rispetto a quelli necessari per assolvere l'obbligo, in ciascun anno fino al 2011.
Il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha affermato: "Condivido la decisione della Commissione Ambiente del Senato che ha chiesto di rivedere l'art. 45 della manovra che incide sul meccanismo dei certificati verdi per le fonti di energia rinnovabile. L'impegno del Governo a sostegno delle rinnovabili è sempre stato chiaro e incisivo e ne è prova anche la grande crescita del settore. È opportuno quindi ridiscutere una norma che potrebbe rappresentare un handicap allo sviluppo delle energie pulite nel nostro paese".

Anche la presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia, durante l'audizione al Senato ha sottolineato come in questo modo si  "produrrà una drastica riduzione degli investimenti in nuovi impianti di produzione di elettricità con fonti rinnovabili (idroelettrico, eolico, biomasse, solare) ed avrà effetti gravissimi per il settore delle rinnovabili. Al contempo tale norma non avrà effetto alcuno sulle finanze pubbliche".
"Risulta quindi incomprensibile che, dopo aver approvato la direttiva (in riferimento alla recente approvazione da parte del governo della nuova direttiva europea che impegna allo sviluppo delle fonti rinnovabili, ndr), ora si blocchi lo sviluppo. Il sistema di incentivazione delle fonti rinnovabili può essere aggiornato, ma in una sede normativa appropriata e con un provvedimento organico" ha concluso la presidente della Confindustria.
Lo stralcio dell'articolo 45 è solo la prima di una serie d'ipostesi ora al vaglio del governo, tra cui emerge quella di aumentare l'attuale quota di ritiro obbligatorio dei certificati verdi in eccesso da parte del Gse, piuttosto che l'introduzione di un comma 2 che specifichi che l'entrata in vigore delle nuove previsioni è subordinata al recepimento della direttiva europea atteso per fine anno, oppure l'attivazione di un meccanismo per dilatare l'impatto economico della previsione mediante un intervento finanziario di natura bancaria.
Lisa Zillio
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