01/01/2013 - 01:00

L'insicurezza del reattore EPR, quello che vuole l'Enel

Le autorità di vigilanza sul nucleare di Francia, Gran Bretagna e Finlandia bocciano il sistema di sicurezza dei reattori EPR. Il problema è nel sistema di controllo d'emergenza, che in caso di anomalia potrebbe saltare assieme a quello ordinario.
Nuovo problema per lo European Pressurized Reactor, il reattore di terza generazione ad acqua pressurizzata della francese Areva. Lo stesso che - stando ai progetti di Enel ed EDF - dovrebbe essere il perno del rinascimento atomico italiano; la notizia arriva con un comunicato stampadalle autorità di vigilanza sul nucleare della Gran Bretagna e dei due paesi in cui si stanno costruendo reattori con questa tecnologia: Francia e Finlandia.
L'authority inglese HSE's ND, la francese ASN e la finlandese STUK hanno deciso di muoversi per far notare ad Areva e ai suoi committenti una lacuna in materia di sicurezza del disegno attuale del reattore e per imporre che vi si rimedi. Il problema rilevato dalle tre authority è nel dispositivo di emergenza dell'impianto, ossia il sistema che in caso di anomalia dovrebbe permettere di controllare ugualmente il reattore. Ma il sistema d'emergenza non è indipendente rispetto al sistema di controllo normale. Il rischio è che entrambi, essendo interdipendenti, possano andare in avaria contemporaneamente con il risultato che di far perdere completamente il controllo del reattore.
In Francia la notizia ha fatto abbastanza rumore, con Verdi e Socialisti che hanno chiesto una commissione d'inchiesta parlamentare sulla sicurezza del nucleare e associazioni antinucleariste come "Sortir du Nucleaire" che hanno chiesto di fermare il cantiere dell'EPR di Flamanville e di annullare il progetto di un nuovo reattore a Penly.
Areva minimizza: "il dialogo tra operatori, costruttori e autorità per la sicurezza nucleare è parte integrante del processo di costruzione e certificazione di nuovi reattori" e il richiamo non avrà conseguenze sulle tabelle di marcia dei reattori in costruzione. Ma non è forse un caso che solo qualche settimana fa il direttore del progetto del reattore EPR di Olkiluoto3 per l'utility finlandese TVO (interrogato al giornale francese Les Echos) nell'annunciare l'ennesimo ritardo del cantiere lo imputasse tra le altre cose anche a "ritardi nello sviluppo del sistema di controllo".
A rendere più duro il colpo più duro dall'inusuale scelta delle tre autorità di parlare assieme e con un annuncio pubblico: le azioni di Areva ieri hanno perso il 5%. Il richiamo congiunto delle autorità, infatti, difficilmente renderà più facile la vita nei cantieri di quelli che dovrebbero essere i primi due EPR mai realizzati al mondo.
E qui da noi invece la notizia viene quasi snobbata...
 
Tommaso Tautonico
autore