01/01/2013 - 01:00

L'Europa al bivio per il clima

Alla vigilia del Consiglio Europeo di Bruxelles, che domani e venerdì dovrà definire la posizione dell'Europa in vista del Summit sul Clima di Copenhagen e a soli 39 giorni vertice ONU, l'UE deve scegliere tra un percorso di nuova prosperità basato su nuovi fondamenti economici e continuare ad arrancare su una strada senza uscita per sostenere industrie ormai in via di estinzione.
Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia ha sottolineato che "le scelte sul clima cui sono chiamati i leader europei a Bruxelles non sono difficili. In un mondo in cui gli altri Paesi stanno già contando i costi della catastrofe climatica e valutando i benefici economici delle nuove fonti di energia pulita, l'Europa deve fare uno scatto in avanti sostenendo un accordo globale sul clima legalmente vincolante, altrimenti rimarrà uno spettatore passivo mentre altri sfruttano tutte le opportunità. Sarebbe davvero una prova di vecchiaia, non di maturità, quella di perdere la leadership proprio quando è il momento di raccogliere i frutti delle posizioni assunte ".
È stato stimato che il mercato globale per i beni e i servizi 'verdi' raddoppierà fino a un valore di 1,4 mila miliardi di euro entro il 2020. In Europa, i posti di lavoro nel settore ambientale hanno già superato settori come la produzione di automobili e un recente studio del WWF ricorda come le attività economiche 'verdi' diano lavoro a 3,4 milioni di europei contro i 2,8 di quelle 'inquinanti'.
Ma la crescita di questo mercato è inevitabilmente influenzata dalla certezza normativa a livello globale, regionale e nazionale.
"Il dilemma dell'Europa è illustrato chiaramente dagli esiti molto diversi raggiunti nelle riunioni ministeriali svolte in vista del vertice dei Capi di Stato. I ministri dell'Economia non hanno trovato un accordo sulla questione cruciale del sostegno ai Paesi in via di sviluppo per l'adattamento al cambiamento climatico e la creazione di una loro economia a basso contenuto di carbonio. I ministri dell'Ambiente invece sono stati in prima linea nel preparare le basi di una nuova economia e di un futuro meno condizionato da un costosissimo caos climatico. Sono stati i ministri dell'Ambiente a evidenziare che il modo in cui l'Europa assegna i permessi di emissioni ai grandi inquinatori soffoca i mercati del carbonio che sono ancora in via di assestamento. E sono sempre i ministri dell'Ambiente che stanno capendo la portata degli obiettivi vincolanti di riduzione delle emissioni necessari per vincere la sfida."
"Il WWF, e il mondo intero, auspica che i leader dell'Europa seguano i consigli chiari dei ministri dell'Ambiente - ha infine concluso Mariagrazia Midulla del WWF - altrimenti il continente che un tempo si considerava leader per il clima e l'ambiente, perderà sempre più posizioni".
 
Lisa Zillio
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