07/01/2013 - 18:09

L'Irlanda rinasce grazie alla green economy

L'Irlanda ha combattuto la gravissima crisi economica puntando sull'eco-sostenibilità. Il PIL nazionale è cresciuto del +2%.
La crisi colpisce tutti e tutto: tanti sono i consumi che subiscono i tagli e tante sono le famiglie che puntano ad un risparmio sui costi dell’elettricità. A questo scopo molti consumatori passano ore a porre le offerte di energia più convenienti a confronto, così da riuscire a trovare una soluzione per garantirsi un servizio di qualità senza spendere una fortuna.
 
Molte famiglie cercano anche di ridurre i consumi tramite l’adozione di comportamenti eco friendly, quali ad esempio l’installazione di dispositivi taglia stand-by come raccomandato dall’Aeeg o l’acquisto di elettrodomestici a bassi consumi. Chi ha qualche risparmio da parte, inoltre, si dedica ad interventi volti a migliorare l’efficienza energetica delle proprie strutture.
 
Anche i Governi tentano di progredire in tal senso, come l'Irlanda, che combatte la recessione a colpi di provvedimenti “green”. Dublino ha, infatti, introdotto una tassa sull’utilizzo di combustibili fossili come fonte di energia in case, uffici, automobili e fabbriche. Grazie a questa misura, volta a ridurre le emissioni inquinanti e incrementare l’efficienza energetica del Paese, il PIL nazionale (in controtendenza con le performance degli altri Paesi UE) ha segnato un sorprendente +2%.
 
Con la tassa sui combustibili fossili, l’Irlanda intende incentivare l’utilizzo delle fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica e termica. La sostenibilità ambientale incontra il fisco: in pratica chi rilascia nell’atmosfera quantità di Co2 sarà soggetto a una maggiore pressione fiscale. Il provvedimento vale anche per gli automobilisti, che sono costretti a pagare una tassa in proporzione a quanto consuma il loro veicolo. 
Da qui l’accordo fra il gruppo automobilistico Renault-Nissan con il governo di Dublino ed Esb (la principale società elettrica irlandese) per potenziare la diffusione su territorio nazionale dei veicoli ibridi. 
 
L’impegno ambientale dell’Irlanda non si limita alla produzione energetica. L’esecutivo ha, infatti, introdotto anche una tassazione per punire i cittadini che non fanno la raccolta differenziata e commettono errori nel gettare i rifiuti. Inoltre, con l’introduzione di questa nuova tassazione, il costo di petrolio, gas naturale e cherosene ha subito un aumento stimato fra il 5 e il 10%.
 
Attualmente l’Irlanda vanta il primato del Paese con uno fra i più alti livelli di sfruttamento delle energie rinnovabili. In particolare, si stima che le emissioni inquinanti siano diminuite del 15% rispetto al 2008 e del 6,7% nel solo 2011, quando l’economia irlandese ha finalmente ricominciato a crescere riportando, a distanza di qualche anno dallo scoppio della crisi economica mondiale, il +2%. Il dato è ancora più significativo se si considera che solamente qualche anno fa l’Irlanda era uno dei peggiori Paesi UE sotto il profilo della produzione di gas serra procapite.
 
Sembra paradossale se si pensa che qualche anno fa l’Irlanda era uno dei peggiori paesi sotto il punto di vista della produzione di gas serra procapite, arrivando a livelli come quelli – purtroppo – degli Stati Uniti.
 
Come ha commentato Eamon Ryan, ministro dell'energia dal 2007 al 2011, al New York Times ,  "Non siamo dei santi come gli scandinavi e infatti continuiamo a bruciare combustibili fossili e compriamo macchine e case sempre più grandi, in perfetto stile americano. Ma stiamo lentamente e progressivamente cambiando le nostre abitudini di vita".
SuperMoney
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