01/01/2013 - 01:00

Italia-Francia: si' al Parco Marino delle Bocche di Bonifacio

E' stato sancito oggi a Palau il comune impegno di Francia e Italia per proteggere le Bocche di Bonifacio impedendo il transito delle navi che trasportano merci pericolose ed iscrivendo l'area nel patrimonio naturalistico dell'Unesco.
Il Ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo e il Ministro dell'ambiente e dell'energia francese Jean-Louis Borloo hanno ribadito l'importanza di proteggere la biodiversità presente in questo tratto di mare, uno dei più preziosi e particolari del Mediterraneo.
Per questo è stato anche confermato l'impegno a concretizzare nel breve termine il processo di creazione del parco marino internazionale delle Bocche di Bonifacio e il Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (GECT) tra il parco nazionale dell'Arcipelago della Maddalena e la riserva naturale corsa delle Bocche di Bonifacio.

"Questo impegno italo - francese è una grande sfida per la difesa della natura e del Mediterraneo, per la conservazione di uno degli angoli più suggestivi di valore naturalistico del "mare nostrum" - ha dichiarato il Ministro Stefania Prestigiacomo - la natura della Bocche di Bonifacio è una delle risorse ambientali e paesaggistiche più preziose del Mediterraneo. Italia e Francia mettono oggi in atto una comune forte volontà politica ed il massimo delle tutele nazionali ed internazionali per proteggerla".
"È dall'accordo italo-francese del 19 gennaio 1993 che Italia e Francia si sono date come obiettivo la tutela dell'ambiente marino, attraverso l'armonizzazione delle norme di protezione ambientale e delle misure per uno sviluppo economico-sociale sostenibile - ha commentato Stefano Leoni, presidente del WWF Italia, che ha assistito all'incontro - Quindi è bene che si passi dalle parole ai fatti per tutelare le Bocche di Bonifacio, costituendo un gruppo di lavoro che porti a stilare il vero e proprio atto di costituzione del Parco internazionale, che per ora rimane solo un impegno di lavoro."

"Bisogna poi ricordare che la vera partita si gioca sulla regolazione del traffico marittimo di sostanze pericolose. In questo ambito, il WWF è stato uno dei principali fautori dall'Accordo volontario sugli standard di sicurezza ambientale nei trasporti marittimi del primo giugno 2001, firmato da sindacati e Confindustria e promosso dal Ministero dell'Ambiente d'intesa con il Ministero dei Trasporti. Nell'intesa firmata oggi dai ministri Borloo e Prestigiacomo - ha continuato Leoni - i due Paesi si ripromettono anche di regolare o limitare il traffico marittimo per evitare il rischio di incidenti attraverso la costituzione di una PSSA (Particularly Sensitive Sea Area, Area marina particolarmente sensibile). Alla luce del disastro del Golfo del Messico, ma anche dell'affondamento della Haven (nel 1991, davanti ad Arenzano, il peggior disastro ambientale mai avvenuto nel Mediterraneo), anche questo impegno deve essere ineludibile, perché almeno in un'area così delicata, gli interessi commerciali non prevalgano sulla conservazione della natura e sulla sicurezza della navigazione, che in questa zona è particolarmente critica.

Per il WWF, come già avviene per le navi italiane e francesi, le Bocche di Bonifacio devono essere interdette al più presto alle navi di Paesi terzi cariche di idrocarburi o sostanze pericolose (gasiere e chimichiere). Inoltre, si devono individuare corridoi per la navigazione marina attraverso le Bocche che consentano di allontanare i pericoli dalle aree più delicate, attraverso l'uso del VTS (Vessel Traffic System - Sistema di controllo della navigazione marittima)."
Il WWF ricorda, infatti, che la navigazione attraverso le Bocche di Bonifacio è particolarmente complessa.
La configurazione geo-fisica dei luoghi non permette una navigazione lineare a causa della presenza di forti fenomeni di magnetismo naturale e derivante da condotte marine, suscettibili di influenzare gli strumenti di bordo.
Inoltre a causa delle correnti marine di disturbo, le condizioni meteorologiche qui sono spesso difficili.
Lisa Zillio
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