17/05/2022 - 12:27

Inquinamento: a Milano la prima parete verde per migliorare la qualità dell’aria

Il green wall è stato progettato da Paolo Pignataro sul deposito ATM di via Giambellino: più di 10.000 piante di 24 diverse varietà per migliorare la qualità dell’aria.

 

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Oltre 10.000 piante su 350 metri quadrati di superficie verticale, per un totale di 24 varietà vegetali diverse appositamente selezionate per costituire un filtro naturale contro le polveri sottili e la CO2. Sono questi i numeri della nuova parete verde realizzata sul deposito degli autobus dell’Azienda Trasporti Milanesi, il cui progetto è stato firmato da Paolo Pignataro, Dr. Agronomo specializzato nel verde verticale.

Prima Natural Based Solution (NBS) CLEVER, realizzata a Milano con l’obiettivo di generare un miglioramento ambientale,il giardino verticale sul deposito Giambellino prevede l’impiego di varietà botaniche che sono state scelte per la documentata capacità di cattura delle polveri sottili (PM10 e PM2,5), incrociando i dati della letteratura scientifica sull’efficacia delle specie con le caratteristiche funzionali necessarie per la sostenibilità della parete, sottolinea Paolo Pignataro, che è membro del Consiglio direttivo di AIVEP (Associazione Italiana Verde Pensile) e che è alla guida del team di DivoMí, specializzato nella realizzazione di verde tecnologico.

L’opera è stata realizzata impiegando piante sempreverdi che daranno un contributo alla rimozione del particolato sottile anche nel periodo invernale, tradizionalmente il più critico per quel che riguarda la qualità dell’aria in tutto il bacino padano. “Il verde verticale rappresenta, infatti, non solo uno strumento per migliorare il design urbano, ma anche per assorbire la CO2 nelle nostre città e per contrastare l’inquinamento, con effetti positivi sulla salute dei cittadini”, prosegue Pignataro.
Non solo. La sua proporzione e posizione lungo il marciapiede in un viale ad alto scorrimento di traffico come via Giambellino rende la parete verde particolarmente adatta a svolgere le funzioni di raffrescamento estivo, di miglioramento del confort acustico e per contribuire al risparmio energetico invernale all’interno dell’edificio. Il progetto è spiccatamente focalizzato sulle prestazioni ambientali e sociali, come da obiettivi di CLEVER Cities Milano, capofila del progetto all’interno del programma Horizon2020 della Commissione Europea.

La facciata del deposito, lunga 75 metri e alta 8 metri, ospita 350 metri quadrati di verde verticale. L’armonia di piccole fioriture che si alternano nella bella stagione, i contrasti di fogliame e i volumi che si creano con lo sviluppo delle diverse specie determinano una composizione fresca, varia in stile naturalistico, a evoluzione libera e spessore variabile. L’assenza di disegni obbligati semplifica la manutenzione, senza necessità di potature per mantenerne l’identità iniziale. La densa vegetazione della parete svolgerà anche una funzione ecologica in quanto rappresenta un habitat e una fonte di nutrimento ideale per avifauna e insetti impollinatori.

La combinazione di 24 varietà vegetali, che comprende ad esempio Mahonia, Juniperus, Taxus, Hedera e Trachelospermum, è stata appositamente studiata per costituire un filtro naturale per la pulizia dell’aria. Le specie sono, inoltre, state scelte per la loro frugalità, longevità, resistenza alle malattie e per il portamento compatto o strisciante, che minimizza l’ingombro nella parte bassa della parete. Le prestazioni effettive di sequestro del particolato da parte delle diverse specie saranno monitorate e studiate da parte del Politecnico di Milano, mediante conteggio quali-quantitativo delle particelle di PM10 e PM2,5 al microscopio elettronico.

Le piante sono inserite a radice nuda (senza terra) in stratigrafia di tessuto e sono alimentate da microirrigazioni con una soluzione leggermente fertilizzata. La fertirrigazione, tipica delle culture idroponiche, viene calibrata con attenzione nelle diverse stagioni a stimolare fioriture e nuove foglie, senza eccedere nello sviluppo. La tecnologia dell’impianto è ai massimi livelli, con PLC (Programmable Logic Controller) collegata a sensori ambientali, per monitorare costantemente le condizioni delle piante e calibrare anche da remoto la corretta irrigazione. Per la prima volta è presente anche un contatore in uscita dalla parete, che permette di controllare l’efficienza di utilizzo dell’acqua e massimizzare il risparmio idrico.

Marilisa Romagno
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