01/01/2013 - 01:00
Indagine sulla percezione dell'inquinamento indoor
L'ISPRA, in collaborazione con il Dipartimento RISMES “Gianni Statera” – Art – Laboratorio di ricerca “Ambiente, Rischio e Territorio” ha realizzato un'indagine sulla percezione dell'inquinamento indoor prendendo a campione i cittadini di due Municipi di Roma, da cui emerge che gli italiani non si sentono tutelati dall'inquinamento neanche all'interno della propria casa.
Il 20,4% degli intervistati si è rivelato poco o per niente al sicuro dall’inquinamento in casa, mentre il 33,3% ha dichiarato di credere che l’aria presente all’interno della propria abitazione sia malsana a causa (per il 77,6%) dell’utilizzo di insetticidi, prodotti detergenti, fumo passivo e vernici.
Dall'indagine emerge chiaramente la sempre maggiore consapevolezza dei cittadini nei confronti del rischio di inquinamento ‘indoor’ determinato anche, secondo gli intervistati, dall’età degli edifici: i meno salubri sono risultati, secondo la percezione degli inquilini, gli stabili costruiti tra il 1946 e il 1960 seguiti da quelli risalenti al periodo precedente (1919) mentre i più tranquilli si sono dimostrati i residenti delle abitazioni di ultima generazione, realizzati dopo il 1991.
Inoltre, questa sensazione è legata anche alla posizione delle strutture che, se situate in zone isolate danno l’impressione che ci sia meno inquinamento, impressione che però cambia anche a seconda del sesso dell’intervistato: le casalinghe, i giovani e i più istruiti hanno una percezione medio-alta delle fonti interne dell’inquinamento domestico.
Infine emerge l'importanza della condizione economica nella percezione del rischio: chi è a “reddito fisso” si è rivelato meno disponibile e sensibile ad azioni contro l’inquinamento indoor rispetto ai lavoratori autonomi e a coloro che hanno un elevato titolo di studio.
Dall'indagine emerge chiaramente la sempre maggiore consapevolezza dei cittadini nei confronti del rischio di inquinamento ‘indoor’ determinato anche, secondo gli intervistati, dall’età degli edifici: i meno salubri sono risultati, secondo la percezione degli inquilini, gli stabili costruiti tra il 1946 e il 1960 seguiti da quelli risalenti al periodo precedente (1919) mentre i più tranquilli si sono dimostrati i residenti delle abitazioni di ultima generazione, realizzati dopo il 1991.
Inoltre, questa sensazione è legata anche alla posizione delle strutture che, se situate in zone isolate danno l’impressione che ci sia meno inquinamento, impressione che però cambia anche a seconda del sesso dell’intervistato: le casalinghe, i giovani e i più istruiti hanno una percezione medio-alta delle fonti interne dell’inquinamento domestico.
Infine emerge l'importanza della condizione economica nella percezione del rischio: chi è a “reddito fisso” si è rivelato meno disponibile e sensibile ad azioni contro l’inquinamento indoor rispetto ai lavoratori autonomi e a coloro che hanno un elevato titolo di studio.

Lisa Zillio
autore