01/01/2013 - 01:00

In Abruzzo sono 52 i Comuni Ricicloni

Sono stati premiati nei giorni scorsi a Roma i Comuni Ricicloni 2011, ossia quei Comuni che hanno raggiunto nel 2010 la quota che, per legge regionale, è fissata al 50% di raccolta differenziata.
Secondo i dati forniti dalla Regione Abruzzo ed elaborati da Legambiente, ben 52 Comuni sui 305 abruzzesi vincono l'appellativo di Ricicloni 2011. Di questi 40, 21 sono in provincia di Chieti, 13 in quella di Teramo, 9 nel Pescarese e 9 nell'Aquilano. In pratica, a superare il 50% di raccolta differenziata è un Comune su 6, rappresentando così oltre il 18% della popolazione abruzzese. In testa alla classifica regionale si colloca Torre de' Passeri, in provincia di Pescara, con l'83,3% di raccolta differenziata. «Nonostante le numerose difficoltà, l'Abruzzo ha individuato la strada giusta - dichiara Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo - Dopo 4 anni dall'approvazione del nuovo piano regionale dei rifiuti i risultati continuano ad essere incoraggianti e confermano la bontà della norma, che, come rilevato da Legambiente sin dall'inizio, delinea un corretto sistema di gestione integrata dei rifiuti ponendo come obiettivi prioritari la riduzione e la raccolta differenziata». I dati 2010 confermano il ruolo fondamentale dei piccoli Comuni, dove il sistema porta a porta, nel maggior parte dei casi finanziato dalla Regione, è attivo ed efficiente. Adesso la responsabilità passa alle amministrazioni dei grandi centri: gli unici Comuni Ricicloni di oltre 20mila abitanti sono infatti Ortona e Teramo. L'assenza delle altre grandi città tra i Comuni Ricicloni incide visibilmente sulla media regionale, che nel 2010 supera il 28% a fronte dello scarso 20% del 2007. L'obiettivo è di raggiungere per il 2011 è il 60%.
«A fronte di queste notizie positive non possiamo non rilevare il forte stato di criticità dell'impiantistica - precisa Luzio Nelli, della segreteria regionale di Legambiente - che, nonostante le autorizzazioni rilasciate e i finanziamenti individuati dalla Regione Abruzzo non viene portata a compimento dai consorzi e dai soggetti gestori, spingendo sempre più l'Abruzzo sull'orlo di una crisi che si prefigura analoga a quella campana. Questa difficoltà sembra lasciare spazio a fughe in avanti verso soluzioni illogiche, contrastanti con la legge, mirate all'incenerimento e persino recentemente oggetto di importanti indagini giudiziarie che ha coinvolto il mondo della politica e dell'impresa». In questo momento, per uscire dalla crisi dei rifiuti l'Abruzzo non ha altra strada che investire economicamente e culturalmente sulle raccolte differenziate, sulla filiera del riciclo e sull'efficienza dell'organizzazione dei servizi e dell'impiantistica. Parlare di termovalorizzazione assume un aspetto demagogico che non garantisce soluzione al problema, sortendo anzi il risultato opposto. Ben venga, in tal senso, il confronto avviato dalla Regione assieme al Cnr per l'individuazione di tecnologie innovative per la gestione dei rifiuti, ma tutto ciò resta subordinato al raggiungimento degli obiettivi del piano regionale.
Tommaso Tautonico
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