30/04/2014 - 18:47

Il progetto alimentare sostenibile

Nuove prospettive per i tecnologi del settore. Ai tecnologi alimentari non sarà sfuggito il cambiamento che la loro professione sta attraversando. Non si tratta di un cambiamento legato a trasformazioni radicali o improvvise nell'ambito alimentare, ma riguarda la loro sensibilità personale.
Ci spieghiamo meglio: se prima la tecnologia alimentare era "marketing" e aveva, come scopo, l'ottimizzazione dell'offerta nutrizionale per soddisfare le esigenze (talvolta distorte da falsi miti) del consumatore, oggi questa ha cambiato il tiro.  La felicità del consumatore diventa parte di un progetto molto più interessante, più ampio e decisamente più "a misura d'uomo": il progetto sostenibile. 
 
Che cosa vuol dire sostenibilità, in ambito alimentare?
 
Prima ancora che legata al cibo, la sostenibilità deve essere culturale, cioè andare di pari passo con coloro che ne beneficeranno. Inutile esagerare in automazione o gestione dei processi produttivi, quando il target di riferimento non è educato alla cultura del cibo. Un packaging ecosostenibile, ad esempio, potrebbe essere uno spreco nel caso in cui il consumatore non differenzi i rifiuti. Per questo, la tecnologia deve essere flessibile e indirizzare l'utente finale verso una nuova consapevolezza.
 
Il marketing non deve essere, però, accantonato: sarà utilissimo per capire che tipo di sviluppo tecnologico si adatta meglio al consumatore, alle famiglie, al retail e al network import-export, nell'ottica della sostenibilità economica.
 
Dicevamo, all'inizio, che la sostenibilità deve essere "a misura d'uomo" ed è proprio questo che si intende quando si parla di quella sociale. Responsabilità nei confronti dei lavoratori della filiera alimentare (diritti del lavoro, il ruolo delle donne, lo sviluppo delle potenzialità legate al luogo, etc...) e rispetto per la natura (riduzione dell'impatto ambientale della filiera) stanno già indirizzando la prospettiva verso un nuovo progetto alimentare, in cui l'uomo/utente non sia solo passivo beneficiario, ma venga trasformato, anche grazie all'aiuto dei tecnologi, in un soggetto coinvolto attivamente. 
 
(autore: Dott. Massimo Falsaci)
Redazione
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