01/01/2013 - 01:00

Il nuovo Sahara: il progetto Sahara Forest Project

Il deserto del Sahara non sarà più così inospitale come è adesso. Grazie all'azione combinata di due distinte tecnologie sarà possibile fornire una serie di soluzioni agricole sostenibili nelle zone desertiche.
Il Sahara Forest Project è un progetto innovativo sviluppato da Norvegia e Giordania che prevede, grazie all'utilizzo del solare a concentrazione e alle serre alimentate dall'acqua di mare, di fornire una serie di soluzioni agricole sostenibili attraverso la dissalazione dell'acqua marina. A capo del progetto l'architetto Michael Pawlyn, il designer Charlie Paton e l'ingegnere strutturale Bill Watts che presentarono l'ambizioso programma durante il Cop15 di Copenaghen. In seguito, nel giugno 2010, il re Abdullah II di Giordania ha ratificato l'accordo a Oslo con la speranza di applicare queste tecnologie nel suo Paese che in gran parte è composto da deserto.

Qualche tempo fa L'Aqaba Special Economic Zone Authority ed il Sahara Forest Project hanno confermato l'accordo ad Amman, in Giordania, ed ora il progetto è avviato. La sede del progetto è nei pressi della costa, in questo modo è garantita la presenza dell'acqua di mare che viene inviata ad un impianto di desalinizzazione e che reinvia il prodotto finito ad una centrale elettrica. Per attuare il progetto occorre una superficie di 20 ettari (200.000 mq) che serviranno per produrre energia pulita e sopratutto cibo; il vero problema delle distese desertiche è proprio legato al fatto che la siccità di queste zone riduce quasi a zero la produzione di cibo. grazie anche ai pannelli solari, e soprattutto cibo, il vero problema di enormi distese di terra in cui la siccità la fa da padrona ed in cui la produzione di cibo è ridotta all'osso. Le immagini del progetto non lasciamo spazio alla fantasia, un impianto enorme che potrebbe risollevare parte dei problemi della Giordania. Gli studi di fattibilità dovrebbero concludersi entro la fine del 2011, mentre la sperimentazione partirà nel 2012.

fonte: ecologiae.com
Tommaso Tautonico
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