11/09/2013 - 15:00

Il biologico potrà sfamare il mondo sulla via della sostenibilità?

"Il biologico potrà sfamare il mondo sulla via della sostenibilità". Durante il SANA 2013 CCPB e Consorzio il Biologico hanno lanciato questa domanda. A bilancio di questa edizione del salone del biologico e del benessere si hanno elementi e risposte che la strada percorsa è giusta anche se c'è ancora molto da percorrere.
I primi segnali positivi vengono dai dati: il Sinab ha misurato in un più 3% la crescita del numero degli operatori bio italiani e più 6,4% gli ettari di superficie; il panel Ismea GFKEurisko attestano per luglio 2013 un aumento del 9,2% degli acquisti di prodotti bio e l'Osservatorio SANA di Nomisma dal 2010 registra un più 13,6% l'aumento delle vendite nei punti specializzati; a sottolineare il valore della certificazione è sempre l'Osservatorio SANA di Nomisma a raccogliere un 91% di potenziale interesse dei consumatori italiani verso una normativa europea unica per la cosmesi biologica e naturale.

Il bio è vitale, cresce stabilmente da sette anni consecutivi, con grande soddisfazione per i consumatori, come abbiamo visto nelle presenze di SANA, dalle partecipazioni ai convegni e le visite agli stand. Ora, come dice Lino Nori, presidente del Consorzio il Biologico "possiamo auspicare che in futuro aumentino in modo significativo sia la produzione e che le superfici coltivate con metodo biologico. Avremo più aziende che si convertono al bio lavorando su filiere che poggino su solide basi produttive". In questo modo, aggiunge Fabrizio Piva, amministratore delegato CCPB "entreremo nella fase biologico 2.0: più ricerca, più assistenza tecnica, più servizi, strutture commerciali in grado di concentrare l'offerta con meno passaggi commerciali e una maggiore efficienza che distribuisca valore sufficiente a tutti gli attori della filiera".
Tommaso Tautonico
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