01/01/2013 - 01:00

Idrogeno dagli scarti dell'acciaio

Il processo e stato chiamato "Hysteel" ed attualmente è in fase di studio da parte dei ricercatori dell'Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma che assieme alla Asiu Spa di Piombino proveranno a sperimentare sul campo quello che ha funzionato in laboratorio.
Se tutto va come previsto e non si incontrano problemi il processo Hysteel diventerebbe una soluzione seria e concreta ai rifiuti che derivano dalle acciaierie, si riuscirebbe a produrre idrogeno e allo stesso tempo catturare anidride carbonica, Co2. Secondo Paolo Plescia, ricercatore dell'Igag-Cnr: "Con Hysteel e' possibile produrre circa 44 kWh di energia elettrica e assorbire 2,7 tonnellate di CO2 per ogni tonnellata di scoria siderurgica trattata, con il vantaggio che l'idrogeno prodotto puo' essere immediatamente utilizzato come combustibile per fornire energia all'impianto stesso".

E' tanto l'interesse intorno alla tecnica Hysteel, significherebbe porre rimedio ad una delle maggiori piaghe dell'industria dell'acciaio, i rifiuti di scarto. Dall'analisi quantitativa dei risultati effettuata in laboratorio sul contenuto energetico dei gas captati dai campioni preliminari e del bilancio dei gas serra risparmiati, emessi e sequestrati, appare evidente il bilancio positivo di Hysteel; questo significa che, ipoteticamente parlando, dalle 250.000 tonnellate di scorie che ogni anno un acciaieria produce si potrebbe recuperare dall'81 al 90% della CO2 prodotta dallo stesso processo siderurgico. Un vantaggio notevole non solo per l'ambiente ma anche per la stessa industria che eviterebbe un costo di circa 800.000 euro annui per l'acquisto di quote di emissione di gas serra. Attendiamo fiduciosi i risvolti di questa tecnica e speriamo di poter presto affermare di aver trovato una via d'uscita per aiutare l'ambiente.
Tommaso Tautonico
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