21/05/2015 - 08:53

Idrorcarburi, Galletti: massima attenzione su impatti ambientali estrazioni Adriatico. Ma no preclusione sviluppo

E' massima l'attenzione del governo, in particolare del ministero dell'Ambiente, sulle attività di ricerca e coltivazione degli idrocarburi nei mari italiani, in particolare nella zona dell'Adriatico antistante l'Abruzzo.
A spiegarlo è stato il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, rispondendo, nell'Aula della Camera, a un'interrogaizone con cui il deputato Gianni Melilla (Sel) chiedeva al governo di chiarire le problematiche riguardanti le autorizzazioni relative alla ricerca e all'estrazione di idrocarburi al largo delle coste dell'Abruzzo .
 
Lo sviluppo della ricerca e della coltivazione degli idrocarburi, sia in forma liquida che gassosa, costituisce un elemento di valorizzazione delle risorse energetiche del Paese, quando esso non confligga con la prioritaria tutela dell'Ambiente. Nello specifico, la zona di mare del medio Adriatico antistante le coste dell'Abruzzo è da tempo oggetto dell'interesse di diversi progetti, ha continuato il ministro.
 
Per ciascuna istanza è stato svolto il complesso procedimento istruttorio, prima, e valutativo, a seguire, che ha portato la Commissione VIA-VAS ad esprimere il parere di competenza - con prescrizioni, laddove ritenute necessarie - sempre e comunque dopo aver proceduto alla valutazione di tutte le posizioni, anche contrarie, espresse dalle amministrazioni coinvolte e da chiunque vi abbia interesse nell'ambito di una ben precisa e ineludibile fase istruttoria. In parallelo, in un caso di rilievo, proprio per dissipare ogni preoccupazione su impatti ulteriori ambientali, anche potenziali, si è anche provveduto ad emettere un'autorizzazione integrata ambientale (A.I.A.) con un significativo numero di prescrizioni. Questo a riprova della forte e specifica attenzione del ministero sulla problematica, ha detto Galletti.
 
Il ministro ha poi ricordato come il rilascio di un titolo di concessione di ricerca e coltivazione di idrocarburi in mare rimanga nella competenza istituzionale del ministero dello Sviluppo economico: "si tratta di un atto conclusivo di un ben preciso e regolamentato iter amministrativo, nell'ambito del quale la VIA è solo una delle "condizioni" normativamente previste e presupposte", ha precisato il ministro.
 
Dal canto suo il ministero dell'Ambiente continuerà a preseguire il suo scopo principale, ovvero la tutela ambientale attraverso la puntuale applicazione della normativa di settore, in particolare in materia di VIA. Una valutazione di impatto ambientale molto rigorosa anche sul tema delle trivellazioni per la ricerca e la coltivazione degli idrocarburi, prima di tutto orientata ad assicurare la massima sicurezza ambientale senza però precludere, ove siano prioritariamente attuate tutte le condizioni di sicurezza e le rigide prescrizioni previste, le prospettive di sviluppo, ha aggiunto Galletti.
 
Ma non è tutto. Il ministro ha ricordato come, proprio nell'ultimo Consiglio dei ministri, sia stata adottata la direttiva europea che rende ancora più efficace, con una nuova autorità e ulteriori sanzioni, il sistema di sicurezza delle piattaforme in mare, su cui l'Italia è già all'avanguardia in quanto a tecnologie utilizzate ed efficienza dei controlli.
 
In sede di replica il deputato Milella ha sottolineato come il principio della precauzione scientifica, essendo il mare Adriatico poco più di un largo, un mare chiuso, esposto a rischi notevoli in caso di incidenti, dovrebbe spingere il governo almeno a rimettere il limite delle 12 miglia all'interno delle quali non concedere autorizzazioni a pozzi, piattaforme e raffinerie galleggianti. I progetti Ombrina ed Elsa delle multinazionali del petrolio sono a meno di sei miglia dal Parco nazionale della costa teatina. "Il governo, mi dispiace dirlo, sta tradendo gli interessi del popolo abruzzese e delle regioni marittime italiane interessate da analoghi progetti, non si vuole tutelare il mare Adriatico" ha concluso Milella. 
Rosamaria Freda
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