01/01/2013 - 01:00

I cambiamenti climatici stravolgono l'agricoltura

La Cia sottolinea come negli ultimi vent'anni il progressivo aumento delle temperature ha cambiato il calendario delle nostre campagne, soprattutto al Sud dove si raccoglie anche 20 giorni prima. A risentirne in particolare la vendemmia e la raccolta delle olive. Ma a preoccupare di più è la scarsità delle risorse idriche, con i suoi effetti sulla "qualità" del suolo.
Non solo sull'uva, ma anche su olive, nocciole, mele e pere: i cambiamenti climatici, con il progressivo aumento delle temperature e dei periodi di siccità, hanno effetti diretti sulle colture. E sempre più spesso stravolgono i calendari "classici" dell'agricoltura italiana. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori. Il problema, cioè, non riguarda soltanto la perdita di raccolto dovuta a una certa tropicalizzazione del clima, che mai come quest'estate il settore sta pagando sulla propria pelle con danni stimati per 1,2 miliardi di euro -spiega la Cia-. La questione è più ampia: non si tratta di cali di resa, ma di cicli di produzione che si sono ridotti e anticipati. In vent'anni ci sono stati cambiamenti significativi nell'anticipazione della raccolta -osserva la Cia-. In particolare nella stagione estiva, rispetto al trentennio 1960-1990, i cicli vegetativi si sono anticipati mediamente di 5-10 giorni al Nord e di 7-12 giorni al Centro-Sud, con punte in Sicilia di 15-20 giorni.

E a risentirne di più sono proprio le coltivazioni dell'estate piena, con riduzioni e anticipazioni importanti ad esempio per uva da tavola e pesche. Ma uno spostamento costante si registra anche sulla vendemmia e sulla raccolta delle olive. Ma a preoccupare di più è soprattutto la scarsità dell'apporto idrico. I lunghi periodi di assenza di precipitazioni, intervallati a temporali brevi e violenti, innescano fenomeni di dissesto idrogeologico: la siccità "impoverisce" il suolo rendendolo meno produttivo e sui terreni così stressati le piogge intense e improvvise non fanno che aggravare la situazione, provocando allagamenti e frane. Senza contare che i cambiamenti del clima -conclude la Cia- impongono di lavorare seriamente a una rete idrica realmente efficiente, con opere infrastrutturali per la manutenzione, il risparmio e il riciclo delle acque. Considerato che oggi lungo le tubature italiane si perde in media più di un litro su tre.
Tommaso Tautonico
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