21/09/2016 - 14:45

I cambiamenti climatici al centro della sessione d'apertura della 71a Assemblea Generale dell'ONU

È iniziata oggi a New York l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dove sono attesi più di 140 capi di stato che parleranno, come avviene ogni anno, davanti ai 193 stati membri dell’Assemblea, il principale organo deliberativo, decisionale e rappresentativo dell’ONU. Il tema scelto per questa settantunesima sessione dell’Assemblea è “Gli obiettivi dello sviluppo sostenibile: una spinta universale a trasformare il mondo”, e un punto cardine è proprio la lotta ai cambiamenti climatici e al loro impatto ambientale attraverso azioni urgenti e condivise.

Nel suo discorso d’apertura, il Segretario Generale Ban-ki Moon ha sottolineato l’importanza di adottare un’agenda futura per la lotta ai cambiamenti climatici. “Con l’Accordo di Parigi stiamo affrontando la sfida che più di ogni altra definisce il nostro tempo. Non abbiamo tempo da perdere. Vi chiedo per cui di far entrare in vigore l’Accordo entro la fine dell’anno. Servono ancora 26 paesi che corrispondano al 15% delle emissioni globali perché questo avvenga”, ha dichiarato. 

Il Presidente dell’Assemblea Generale Peter Thomson, il primo proveniente dal Pacifico (Fiji), ha rimarcato la necessità di intraprendere azioni concrete per combattere i cambiamenti climatici e limitare il loro impatto. “Ci stiamo muovendo velocemente verso la ratifica dell’Accordo di Parigi, ma non possiamo più aspettare”.


Il presidente brasiliano Michel Temer ha confermato l’impegno del suo paese nella lotta al surriscaldamento globale, affermando “domani depositerò gli strumenti di ratifica dell’Accordo di Parigi per il Brasile”. 

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, durante il suo ultimo intervento all’Assemblea Generale, ha chiesto alla comunità internazionale di continuare a lavorare insieme per risolvere tutti i problemi su scala globale, inclusi i cambiamenti climatici. “L’Accordo di Parigi ci da un quadro entro il quale possiamo agire, ma solo se voliamo più alto con le nostre ambizioni”, ha dichiarato.

Come primo capo di stato africano a parlare all’Assemblea Generale, il presidente del Chad Idriss Déby Itno ha insistito sull’importanza di lavorare con la comunità internazionale per combattere il surriscaldamento globale nel suo continente. “Non si tratta di fare la carità all’Africa, ma di lavorare insieme all’Africa per affrontare le sfide globali e climatiche che abbiamo davanti”, ha spiegato all’Assemblea.

L’incontro di vari leader mondiali a New York rappresenta per il Marocco un’opportunità di promuovere la 22a Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (COP22), che si terrà a Marrakech dal 7 al 18 novembre prossimi.

Salaheddine Mezouar, Ministro degli Esteri e della Cooperazione del paese nordafricano, parteciperà ad una serie di eventi collaterali e incontri bilaterali allo scopo di rafforzare e pubblicizzare le iniziative del Marocco sul clima (nel campo dell’energia, dell’agricoltura, del potenziamenti di capacità, l’adattamento e i finanziamenti), parlare dei problemi legati al surriscaldamento globale che stanno colpendo le nazioni più vulnerabili e le popolazioni insulari, e spingere la comunità internazionale a sottoscrivere l’ambiziosa agenda globale a Marrakech per implementare l’Accordo di Parigi.

Oggi il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon presiederà un evento speciale per sollecitare tutte le Parti a ratificare l’Accordo di Parigi.  

Il Marocco sarà tra i venti paesi a depositare i suoi strumenti di ratifica dell’Accordo a New York.

Perché l’Accordo entri in vigore, bisogna che almeno 55 paesi che corrispondano al 55% delle emissioni globali, depositino i loro documenti di ratifica. Secondo l’UNFCC, ad oggi 29 Parti hanno ratificato l’Accordo per una percentuale complessiva del 40,12%. 

Nella foto: Ban Ki-moon incontra il Presidente della COP22, Salaheddine Mezouar

Andrea Pietrarota
Direttore Responsabile