01/01/2013 - 01:00

Globalizzazione: un rischio per biodiveristà ed economia

Lo ha ribadito l'assessore all'agricoltura del Veneto Franco Manzato in occasione della presentazione alla stampa del filmato "Un gene di speranza", realizzato da Veneto Agricoltura su incarico della Regione per celebrare il 2010 dichiarato dall'ONU anno mondiale della biodiversità.
"La globalizzazione e la mondializzazione mettono a rischio la biodiversità e con essa anche l'economia degli agricoltori e delle loro imprese. La biodiversità diventa dunque un obiettivo ambientale, etico, ma anche di indipendenza economica".

A livello mondiale "Ricerca del massimo profitto momentaneo, ogm, e agribusiness cinese - sottolineato Manzato - mettono seriamente a rischio molte specie animali e vegetali: si punta ormai solo su quelle che "rendono" di più. Questo sta portando ad una drastica diminuzione delle specie, che significa impoverimento della natura e dell'ambiente ma anche dei sapori, dei gusti, delle tipicità e degli ecosistemi. Quello lanciato dall'ONU è un allarme grave e importante, non dissimile da quello contro l'inquinamento incontrollato della prima industrializzazione, che alla fine ha scaricato sulla collettività molti costi ambientali e molti problemi di salute".

La Regione non è però rimasta a guardare: "da sempre promuoviamo la biodiversità come fattore di qualità delle produzioni tipiche, capaci di accrescere il reddito delle aziende agricole. Nello stesso tempo, tramite Veneto Agricoltura, e prima ancora attraverso i tre preesistenti enti che l'hanno preceduta, abbiamo attivato una serie di inziative per salvare specie animali (vacca burlina, pecora alpagota, la gallina padovana e polverara) che stanno recuperando un loro spazio economico."
"Altre azioni hanno riguardato le specie vegetali (la salvaguardia di oltre 350 specie di viti autoctone, molti tipi di mais da polenta come Maranello, Biancoperla e Sponcio). La stessa cosa stiamo facendo con i microorganismi, come i lieviti, che caratterizzano le nostre produzioni di territorio. Il punto è che non basta limitarsi a conservare i "prototipi" in bacheca come fossero una collezione, ma occorre farli vivere e proliferare nel loro ambiente naturale".
"Difendere la biodiversità - ha concluso - significa anche tutelare il paesaggio e il territorio, oltre alle specificità della nostra economia agricola".
Lisa Zillio
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