01/01/2013 - 01:00

Gli scarti della vite come fonte di energia

E' possibile utilizzare i sottoprodotti della vite, ad esempio vinacce e sarmenti, per produrre energia termica. Un ottima opportunità per le aziende, vitivinicole, grazie anche alle nuove normative, che così facendo evitano un più complesso processo di eliminazione.
Il CERB (centro europeo di ricerca sulle biomassa) con sede a Perugia, sta sviluppando diversi progetti per l'utilizzo ai fini energetici degli scarti della potatura della vite. In particolare, grazie ad un progetto promosso in collaborazione con il Ministero delle politiche agricole e forestali, intitolato: "energia rinnovabile per le aziende agricole derivante dagli scarti di potatura dei vigneti", è possibile creare delle vere e proprie filiere corte nel settore delle biomasse agricole, con l'intento di reperire localmente gli scarti di potatura convertendoli in energia in piccoli impianti.
I residui della vite infatti, sono costituiti dalla cosiddetta legna dendrometrica (disponibile ogni 25 anni, alla conclusione di un ciclo produttivo) e dai residui di potatura; questi vengono raccolti meccanicamente, stoccati all' aperto fino all'essiccazione, sminuzzati e bruciati in una caldaia.
Il progetto, sperimentato in Umbria con le cantine Lungarotti (che già da un anno utilizzano un impianto progettato dal CERB) permette di coprire i consumi termici aziendali fornendo il 40% dell'elettricità di cui abbisogna l'azienda. Naturalmente ciò è reso possibile dalla presenza di oltre 250 ha di vigneti che forniscono residui in quantità notevole.
Le cantine in questione hanno raccolto 1,25 Ton/ha di biomassa, con una percentuale di umidità intorno al 40%, permettendo così una disponibilità annua di circa 200 ton in biomassa a scopo esclusivamente energetico. La biomassa ottenuta permette la produzione di 720 MWh/anno di energia che consentono di avere acqua a diverse temperature per le esigenze delle singole fasi produttive: acqua calda a 80°C per il riscaldamento nei mesi invernali, a 95 °C e vapore per la sterilizzazione delle bottiglie, a 7 °C per il condizionamento estivo, e a - 10 °C per il condizionamento delle vasche di fermentazione, nonchè soddisfare il 30% dei consumi elettrici delle macchine frigorifere.
 
Tommaso Tautonico
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