01/01/2013 - 01:00

Gli "Amici della Terra" sulle politiche energetiche e ambientali dei governi

Gli Amici della Terra esprimono una forte soddisfazione per il riscontro di molte proprie posizioni in tema di energia e di ambiente nel Rapporto OCSE di valutazione dell'Italia "OECD Economic Surveys: Italy 2011": un'analisi approfondita della politica economica, dell'istruzione universitaria e della politica energetico-ambientale del nostro paese.
L'analisi è stata condotta anche sulla base di un processo di consultazione avvenuto nei mesi scorsi, cui l'associazione ha partecipato con propri contributi. Il Rapporto, purtroppo disponibile solo in lingua inglese, è stato presentato ufficialmente a Milano, nei giorni scorsi, dai Ministri Tremonti, Prestigiacomo, Sacconi e Gelmini. Ecco alcuni dei rilievi posti dall'OCSE sulle politiche ambientali, coincidenti con le analisi degli Amici della Terra. L'indagine OCSE muove le proprie considerazioni a partire da un'analisi del posizionamento dell'Italia su energia e clima. Nonostante il fatto che l'Italia sia uno dei paesi sviluppati meglio posizionati per efficienza energetica (per la precisione è ottava fra i Paesi OCSE e quarta nell'Unione Europea nel fondamentale indicatore di consumo totale di energia in rapporto al PIL, sopravanzando paesi ben più proattivi dell'Italia nelle politiche ambientali, come -nell'ordine- la Germania, la Francia, gli Stati Uniti), e che ci sia un potenziale di riduzione delle emissioni "a costo zero" del 20% circa, il Rapporto evidenzia che l'Italia non sta scommettendo sui vantaggi competitivi delle politiche di efficienza energetica , non ultime le opportunità per la propria industria specializzata nelle tecnologie ad alta efficienza.

Più in generale, manca una chiara strategia energetica a medio-lungo termine . Nella politica di sostegno alle rinnovabili, l'indagine dell'OCSE denuncia rendite di posizione nel settore elettrico e livelli di incentivazione notevolmente superiori rispetto ai benefici ambientali ottenibili (con un rapporto benefici/costi di 0,6) , mentre le misure di sostegno a favore delle opzioni più economiche e con maggior potenziale di diffusione, riguardanti le rinnovabili per il riscaldamento, sono o in scadenza o stentano a decollare. Nel settore dei trasporti, le esternalità ambientali e sociali superano il 3% del PIL, ma dopo la stagione degli investimenti nell'Alta velocità ferroviaria, caratterizzati da un rapporto costo/beneficio relativamente elevato sia rispetto ad altri paesi, sia rispetto ad altre tipologie di spostamento modale, non si sta avviando una nuova fase di programmazione degli investimenti di trasporto capace di incidere maggiormente su congestione e inquinamento.

In termini generali, sotto accusa è la mancanza di un sistema moderno e razionale di governo della sostenibilità delle politiche pubbliche. Per quanto riguarda la funzione che caratterizza uno Stato moderno, di prevenzione e controllo delle esternalità "pagate dalla società", il rapporto OCSE denuncia sia uno scarso uso della leva fiscale per internalizzare in maniera mirata ed efficiente i rischi ambientali, sia un ricorso insufficiente all'analisi costi benefici per la valutazione preventiva della sostenibilità delle politiche di sviluppo economico, dai programmi di sostegno, fino ai singoli progetti. Secondo il Rapporto, inoltre, il sistema delle agenzie pubbliche adibite al monitoraggio ambientale e al supporto tecnico-scientifico nelle varie aree della politica ambientale risente della mancanza di funzioni di coordinamento e armonizzazione. Tali funzioni, previste dalla Legge istitutiva del Sistema delle Agenzie per l'Ambiente, voluta e ottenuta dagli Amici della Terra negli anni '90, sono state vanificate dalle successive modifiche del sistema di governo dell'ambiente.
Tommaso Tautonico
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