20/03/2025 - 13:02

Giornata Mondiale dell'Acqua: storie di chi vive senza acqua potabile

Una persona su quattro nel mondo non ha accesso all’acqua potabile. Il 27% dei decessi nei bambini sotto i 5 anni è causato da malattie trasmesse dall’acqua. A Gaza, il 62% della popolazione ha accesso a meno di 6 litri di acqua al giorno. In Kenya, più di 5 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile e oltre 1 milione di bambini soffre di malnutrizione acuta.

senza acqua potabile

L’acqua è vita, ma per milioni di persone nel mondo resta un lusso inaccessibile. Oggi, 1 persona su 4 non ha accesso all’acqua potabile. In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, Azione Contro la Fame riporta storie di chi ogni giorno affronta questa emergenza nel mondo.

Senza acqua non c’è futuro
I raccolti appassiscono, il bestiame muore, il cibo diventa un lusso. Queste alcune delle disastrose conseguenze della mancanza di acqua, l’ingrediente invisibile di ogni pasto che nutre il suolo, regola il clima e mantiene in vita gli ecosistemi. Quando il cibo scarseggia, i prezzi salgono, lasciando milioni di persone, soprattutto bambini, senza un pasto garantito. Tra le cause principali di questa situazione ci sono i cambiamenti climatici, che alterano i modelli di precipitazioni e accrescono la frequenza di siccità e alluvioni. Inoltre, la scarsità d'acqua potabile è aggravata dai conflitti armati, che distruggono le infrastrutture idriche, e dall'inquinamento ambientale.

Il 27% dei decessi di bambini di età inferiore ai cinque anni è direttamente collegato a gravi malattie prevenibili trasmesse dall’acqua contaminata. In zone di conflitto, i bambini hanno una probabilità 20 volte maggiore di morire a causa di malattie legate all’acqua non sicura rispetto alle violenze dirette della guerra. Colera, dissenteria e infezioni intestinali non solo mettono in pericolo la vita, ma impediscono al corpo di assorbire i nutrienti, portando a uno stato di malnutrizione acuta.

L’impatto delle carenze idriche non si limita alla salute. In molte regioni del mondo, sono le donne e le bambine a farsi carico della raccolta dell’acqua, percorrendo chilometri ogni giorno per raggiungere fonti spesso contaminate. Questo significa meno tempo per studiare, meno opportunità di lavorare, più fatica fisica e più rischi. Inoltre, la mancanza di bagni adeguati e acqua nelle scuole costringe molte ragazze a interrompere la frequenza scolastica dopo l’arrivo del ciclo mestruale. Un ostacolo in più, ancora del tutto reale, in molti paesi del mondo.

Interventi di emergenza e di sviluppo per spezzare questa catena
Azione Contro la Fame è attiva in situazioni di emergenza, come conflitti e disastri naturali, dove interviene rapidamente per alleviare le sofferenze, fornendo nutrizione, acqua potabile e assistenza sanitaria. Parallelamente, l’organizzazione implementa progetti di sviluppo che puntano a rafforzare le capacità locali e a garantire la sostenibilità, contribuendo alla ricostruzione e al miglioramento delle condizioni di vita a lungo termine delle comunità.

Per quanto riguarda l’acqua, le principali attività includono:
• Riabilitazione e manutenzione delle fonti d'acqua: decontaminazione delle fonti non sicure e installazione di infrastrutture per garantire l'accesso all'acqua potabile.
• Promozione dell'igiene: distribuzione di kit igienici e costruzione di latrine e stazioni per il lavaggio delle mani in comunità, scuole e centri sanitari.
• Educazione sanitaria: formazione sull'igiene, fornendo informazioni ai genitori per prevenire le recidive della malnutrizione.
• Coinvolgimento comunitario: organizzazione di team sanitari locali e comitati per l'acqua, composti da membri eletti della comunità, per promuovere la collaborazione locale.
"Ho visto in prima persona il grande impatto positivo che i programmi di acqua, sanificazione e igiene hanno nella lotta contro la fame: investendo in questi, possiamo ridurre la fame, promuovere la salute e mitigare gli effetti del cambiamento climatico". Bizuneh Assefa, Specialista servizi di acqua e igiene di Azione Contro la Fame nel Corno d’Africa.

GAZA: infrastrutture distrutte
Azione Contro la Fame ha fornito aiuto a oltre un milione di persone a Gaza e in Cisgiordania attraverso interventi emergenziali, distribuendo pasti e acqua potabile, sostenendo agricoltori e piccole imprese, incentivando la produzione locale di cibo e verdure fresche e garantendo la rimozione dei rifiuti solidi. Tuttavia, l’accesso all’acqua potabile rimane critico: il 62% della popolazione di Gaza, pari a 1,4 milioni di persone, dispone di meno di 6 litri d'acqua al giorno per persona, una quantità drammaticamente inferiore rispetto ai 75-90 litri utilizzati in una doccia di cinque minuti. Oltre alla grave malnutrizione, la popolazione da più di un anno non ha accesso a cibo fresco e ad altri beni essenziali. La crisi idrica è aggravata dalla distruzione o dal danneggiamento del 67% delle strutture idriche e igienico-sanitarie. La maggior parte dei palestinesi consuma acqua inquinata e non sicura, mettendo a rischio la propria salute. "Se l'acqua, il cibo e i rifugi erano già necessari durante il conflitto, lo sono ancora oggi. Continuiamo a distribuire acqua, tende, teli e kit igienici. Tutto questo rappresenta per noi una priorità assoluta", spiega Natalia Anguera, Responsabile delle Operazioni in Medio Oriente di Azione Contro la Fame.

KENYA: un distributore di acqua a energia solare
Nel Corno d’Africa si sta manifestando la peggiore siccità degli ultimi 70 anni. In Kenya più di 5 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile e oltre 1 milione di bambini soffre di malnutrizione acuta. Habiba, madre di tre figli, ogni giorno era costretta a svegliarsi molto presto e a camminare per chilometri per raggiungere la fonte più vicina. A causa della difficoltà di accedere a cibo e ad acqua pulita, i suoi tre bambini si trovavano sull’orlo della malnutrizione. E la situazione si ripete in tutto il Kenya. La vita di Habiba è cambiata da quando, nei pressi della sua abitazione, Azione Contro la Fame ha installato un distributore automatico di acqua che funziona ad energia solare: lo Smart Water Tap. Il sistema sfrutta l’energia solare per purificare l’acqua, incanalarla dal sottosuolo e immagazzinarla in un serbatoio. La gestione è data interamente alla comunità, in modo da promuoverne l’autonomia.
"Il sistema mira a garantire l'accesso all'acqua sicura a tutti, uomini e donne, ma sono soprattutto le donne ad averne beneficiato. Smart Tap ha svolto un ruolo fondamentale nella riduzione della violenza di genere. Sta anche mettendo le donne in condizione di pianificare le loro finanze e di assumere ruoli decisionali per le loro famiglie" afferma Leo Oketch Awuor, responsabile del programma in Kenya.

UGANDA: un metodo agricolo innovativo, una nuova fonte di speranza
Ernest Bikorimana Desire, 29 anni, è fuggito dal Burundi in seguito ai disordini civili e ha attraversato il confine con la Tanzania a piedi insieme ai suoi due figli, Mukunzi di quattro anni e Asiimwe di due. Arrivato in Uganda, si è stabilito nell'insediamento di rifugiati di Nakivale e ha iniziato a lavorare la terra per sopravvivere. Inizialmente, coltivava solo quanto bastava per sfamare la sua famiglia e arrotondava con lavori occasionali per la comunità ospitante, ma non era sufficiente: "Spesso ho lottato con la fame. Mi ero sposato da poco e guadagnavo a malapena per sfamare la mia famiglia", racconta Ernest. La svolta è arrivata quando si è unito a un’iniziativa agricola di Azione Contro la Fame basata sul modello di utilizzo ottimizzato del terreno (Optimized Land Use Model - OLUM), che promuove l’uso efficiente delle risorse idriche per adattarsi ai cambiamenti climatici e migliorare la qualità delle coltivazioni. Grazie a un migliore sistema di irrigazione e alla raccolta dell’acqua piovana, Ernest ha iniziato a coltivare pomodori e cipolle. Alla fine dell’anno, il raccolto è stato abbondante: circa 3 tonnellate di cipolle per un guadagno di 1.350 dollari e 1,1 tonnellate di pomodori, che gli hanno fruttato oltre 3.250 dollari. L’acqua, un tempo scarsa, era ora la chiave della sua autosufficienza. Grazie a questi profitti, ha potuto acquistare una moto-taxi per spostarsi più velocemente e guadagnare qualcosa in più trasportando persone, mentre sua moglie ha aperto un piccolo negozio. Il suo prossimo obiettivo è comprare un tuk-tuk per facilitare la vendita dei prodotti agricoli. L’iniziativa di Azione Contro la Fame ha trasformato la sua vita: oltre a garantirgli un reddito stabile, gli ha restituito speranza per il futuro.

GIORDANIA: conservazione dell’acqua e pratiche igieniche
La Giordania è il secondo paese al mondo per stress idrico. Il rapido aumento della popolazione e l’afflusso di rifugiati siriani hanno aggravato la crisi, facendo sì che la domanda di acqua superasse di gran lunga l’offerta. Azione Contro la Fame lavora per migliorare le condizioni di vita dei rifugiati e delle comunità ospitanti, promuovendo pratiche di conservazione dell’acqua e garantendo l’accesso ai servizi igienico-sanitari. Nel campo profughi di Azraq, che ospita oltre 41.500 rifugiati siriani, la mancanza di acqua potabile è un’emergenza quotidiana, soprattutto nei mesi estivi, quando le temperature diventano insostenibili. Ikram, rifugiata siriana e volontaria comunitaria per Azione Contro la Fame, sensibilizza le donne del campo sull'importanza della conservazione dell'acqua e delle pratiche igieniche. "Quando sono arrivata qui, abbiamo vissuto un periodo molto difficile, una vera e propria prova. Da un ambiente dinamico e pieno di vita, mi sono ritrovata in un luogo che mi ha prosciugata. La mia più grande sofferenza è stata la mancanza di acqua. Dovevamo percorrere lunghe distanze per raccogliere l’acqua in taniche e spesso una parte si rovesciava lungo il percorso, andando sprecata. Inoltre, quando siamo arrivati al campo, non avevano servizi igienici privati, ma solo quelli comuni".

Tommaso Tautonico
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