23/10/2014 - 13:33

Gestione rifiuti, Galletti: sì a sistema integrato che punti sulla raccolta differenziata

E' paradossale la situazione della gestione dei rifiuti nel nostro Paese: in alcune Regioni gli impianti di incenerimento lavorano al di sotto della loro capacità autorizzata, in altre la chiusura delle discariche ha fatto sì che i rifiuti vangano trasportati altrove, anche all'estero. L'Italia paga dunque altri Paesi per far sì che producano energia con i nostri rifiuti.
Ad affermarlo è stato il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, rispondendo, nel corso del question time della Camera, ad un'interrogazione presentata dal deputato del Nuovo Centro Destra, Antonino Bosco, sullo stato di avanzamento del processo di costruzione degli impianti per l'incenerimento dei rifiuti sul territorio nazionale.
 
Il problema del nostro Paese nella gestione dei rifiuti è rappresentato dalle enormi quantità che ancora oggi vengono conferite nelle discariche, ha continuato Galletti. Siamo ancora a circa il 40%, ha detto il ministro ricordando come in Europa ci siano Paesi come Germania, Svezia, Belgio, Olanda che abbiano di fatto eliminato le discariche e il carico di problematicità che esse causano all'ambiente. Nei Paesi più virtuosi lo smaltimento attraverso recupero energetico arriva fino al 50% dei rifiuti, ha aggiunto il ministro. 
 
Ma questa situazione è destinata a cambiare ha detto Galletti. Il governo, con l'introduzione dell'articolo 35 del decreto "Sblocca Italia" ha definito "infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale" gli impianti di incenerimento esistenti e quelli da realizzare per coprire il fabbisogno residuo. 
 
L'obiettivo non è moltiplicare i termovalorizzatori: per questo si prevede che venga definita la capacità di trattamento degli impianti esistenti. La misura serve al progressivo riequilibrio socio-economico fra le aree del territorio nazionale, nel rispetto degli obiettivi di raccolta differenziata e di riciclaggio e tenendo conto della pianificazione regionale. A tal fine è necessario che tutti gli impianti, sia nuovi che già esistenti, siano autorizzati a lavorare al limite della capacità installata, cioè sfruttino tutta la capacità dei propri forni, ha spiegato il ministro aggiungendo come sarà compito delle autorità competenti adeguare le autorizzazioni integrate ambientali agli impianti esistenti, qualora ne venga valutata positivamente la compatibilità ambientale.
 
I nuovi impianti dovranno essere progettati e quelli esistenti adeguati ai migliori standard ambientali e ricompresi nella classificazione degli impianti di recupero R1. Affinché si possa parlare di sistema integrato a livello nazionale, è previsto che, esaurite le esigenze delle Regioni di riferimento, per la disponibilità residua autorizzata sarà possibile trattare rifiuti urbani prodotti in altre Regioni, ha continuato Galletti. 
 
Si prevede anche la riduzione della metà dei termini previsti per le procedure di espropriazione per pubblica utilità, nonché la qualificazione come "perentori" dei termini per le procedure di VIA e AIA. Nessuna corsa agli inceneritori quindi, ma una corsa per superare le emergenze che hanno portato alle sanzioni europee e al contempo spingere al massimo sulla differenziata. Il problema dei rifiuti non si risolve producendone di nuovi, ma recuperando pienamente materiali e sostanze, ha concluso Galletti. 
 
In sede di replica il deputato Bosco si è detto soddisfatto della risposta del ministro sottolineando come vi siano le premesse per far sì che nel nostro Paese venga risolto una volta per tutte il problema dello smaltimento e incenerimento dei rifiuti. Solo così potranno essere evitati una serie di errori commessi nel passato quando ancora le conoscenze - e la sensibilità per le problematiche ambientali connesse ad una cattiva gestione del ciclo dei rifiuti - non erano quelle attuali, ha aggiunto il parlamentare. 
 
Clicca qui per scaricare il resoconto dei lavori della Camera con la discussione dell'interrogazione. 
Rosamaria Freda
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