01/01/2013 - 01:00

Fukushima: Greenpeace risponde a dichiarazioni di messa in sicurezza reattori

In risposta all'annuncio di oggi da parte del Governo giapponese e dei funzionari della TEPCO secondo i quali i reattori della centrale nucleare di Fukushima Daiichi hanno raggiunto lo stato di "arresto a freddo", Junichi Sato, direttore esecutivo di Greenpeace Giappone, commenta: «Le autorità giapponesi sono chiaramente ansiose di dare l'impressione che la crisi sia giunta al termine, ma questo non riflette chiaramente la realtà.
Invece di usare i media per alzare una cortina di fumo per nascondere il fallimento negli aiuti alle persone che vivono con le conseguenze del disastro, la priorità del governo dovrebbe essere quello di garantire la sicurezza pubblica e iniziare la chiusura di tutti i reattori nucleari in Giappone». «TEPCO non ha raggiunto realmente l'arresto a freddo, quindi né la società né il governo dovrebbe rivendicare che il lavoro è quasi finito. Materiale radioattivo sta ancora fuoriuscendo dal sito, e non è dato sapere lo stato esatto delle tonnellate di combustibile fuso all'interno dei reattori. Decine di migliaia di tonnellate di acqua altamente contaminata si trovano ancora nei reattori e negli edifici che contengono le turbine, con perdite in mare avvenute anche la settimana scorsa. La costante minaccia radiologica posta dal disastro nucleare di Fukushima rimane enorme».

«Moltissime persone continuano a essere a rischio per le radiazioni causate dal disastro senza ricevere adeguato supporto. A distanza di nove mesi coloro che hanno visto le proprie case e città contaminate dalle radiazioni sono ancora in attesa di aiuto da parte del governo e dei risarcimento di TEPCO. Finora solo trentacinque case sono state decontaminate, delle migliaia colpite nella città di Fukushima. Le analisi più recenti effettuate da Greenpeace mostrano come ci siano ancora molti punti della città di Fukushima contaminati e che gli sforzi di decontaminazione sono stati finora inadeguati».
Marilisa Romagno
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