01/01/2013 - 01:00

Fotovoltaico: una produzione ''made in Sicily''

La STMicroelectronics di Catania ha presentato al Direttivo e alla Giunta di Confindustria Sicilia di 20 delle 200 applicazioni tecnologiche che la societa' ha deciso di mettere a disposizione dello sviluppo del territorio siciliano. Tra queste un inverter a supporto di impianti fotovoltaici per utenze domestiche che sarà utilizzato da un'azienda siciliana della provincia di Ragusa, impegnata nella produzione di pannelli fotovoltaici.
Carmelo Papa, executive vice president della STMicroelectronics e vicepresidente di Confindustria Sicilia, ha spiegato che "l'obiettivo è mettere le tecnologie a disposizione dei giovani ingegneri e imprenditori dell'Isola per sostenere la crescita di un'agricoltura avanzata, di una produzione industriale avanzata, del turismo e del commercio, creando nuova occupazione."
Le altre applicazioni vanno da soluzioni per il risparmio energetico senza componenti inquinanti a piattaforme inerziali che traducono il movimento fisico in movimento virtuale; dai controlli di motori e di condizionatori ai controlli per l'automotive; dal silicio che sostituisce il quarzo nel movimento degli orologi al controllo economico per motoscooter elettrici con autoricarica; dagli inverter per auto ibride ai motori per robotica con un solo cavo d'alimentazione e un solo filo per il controllo.
Nei prossimi giorni sul sito www.confindustriasicilia.it si potranno trovare i dettagli di tutti i progetti proposti.
Domenico Bonaccorsi di Reburdone, presidente di Confindustria Catania, ha sottolineato come "questa iniziativa e' un segnale di speranza, esprime una tendenza positiva che si espanderà in tutto il territorio".
Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia, ha sottolineato che "la presenza degli industriali siciliani oggi alla ST di Catania vuole valorizzare una presenza e un'esperienza che dimostra da 50 anni come sia possibile fare impresa in Sicilia".
"Le imprese sono preoccupate - ha poi continuato Lo Bello - la stima per il 2009 e' di una perdita di Pil di 4,5-5 punti, che potrebbe peggiorare. Anche in Italia si e' registrato un -5%, ma nel Paese la crisi e' congiunturale, dipende dal calo della produzione in settori industriali a forte esportazione che risentono della crisi internazionale e della concorrenza. In Sicilia - ha spiegato il presidente di Confindustria Sicilia - dove la componente dell'export non e' molto rilevante, la crisi e' invece strutturale, dipende meno da fattori congiunturali e prevalentemente da problemi di sistema. Lo diciamo da tempo, ma siamo stati inascoltati".
Nel 2009 i consumi delle famiglie sono diminuiti del 2,9%, gli investimenti hanno avuto una flessione del 14% mentre la produzione e' crollata del 29% con una forte perdita occupazionale in tutti i settori.
Lo Bello ha poi evidenziato che "oggi il reddito pro-capite dei siciliani è più basso rispetto a quello del 1974: allora era il 65% del reddito pro-capite nazionale, oggi e' il 60%".
Il presidente di Confindustria Sicilia ha poi concluso suggerendo: "Se il governo regionale ha una reale volontà di fare le riforme, può rimuovere le intermediazioni senza ricorrere a leggi. Il 90% dei problemi può essere risolto attraverso nuove e più trasparenti procedure amministrative", sottolineando poi che il resto "dobbiamo farlo noi imprenditori: se qualcuno offre l'intermediazione è perché c'è qualcuno che la chiede".
Lisa Zillio
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