24/12/2012 - 13:00

Finanziamento all'Interpol per lotta contro le specie selvatiche

La Commissione europea intende destinare un contributo di quasi due milioni di EUR all'organo di polizia internazionale INTERPOL per sostenere i suoi sforzi volti a combattere i reati contro le specie selvatiche e proteggere le risorse naturali mondiali dal commercio internazionale illegale di flora e fauna selvatiche.
Nei prossimi tre anni, un importo di 1,73 milioni di EUR sarà versato a favore del progetto di lotta ai reati contro le specie selvatiche promosso dall'INTERPOL nell'ambito del Consorzio internazionale per la lotta ai reati contro le specie selvatiche (ICCWC), di cui fanno parte anche il Segretariato della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e di fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES), l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC), la Banca mondiale (BM) e l'Organizzazione mondiale delle dogane (OMD). Janez Potočnik, Commissario europeo per l'ambiente, ha dichiarato in proposito: "Rari sono i testimoni di crimini ambientali, ma questi ultimi hanno effetti globali e colpiscono principalmente i paesi in via di sviluppo. L'aumento del traffico di specie di flora e fauna selvatiche è particolarmente preoccupante: il commercio illegale di avorio e corni di rinoceronte ha raggiunto proporzioni inaudite in un decennio e si sono avute ripercussioni anche su altre specie a rischio di estinzione come la tigre o alcuni legni tropicali. Si tratta di una delle principali cause della perdita di biodiversità e il finanziamento previsto contribuirà a far rispettare le norme e a favorire la cooperazione internazionale per far fronte a questo preoccupante fenomeno. L'aiuto dovrebbe inoltre contribuire a instaurare un clima di fiducia con i nostri partner e a confermare la nostra determinazione nella lotta contro la perdita di biodiversità a livello mondiale."

Il segretario generale dell'INTERPOL, Ronald K. Noble, ha dichiarato: "Il sostegno finanziario della Commissione europea contribuirà in misura significativa ad assistere l'INTERPOL e i suoi partner nel quadro dell'ICCWC a combattere più efficacemente il furto di risorse naturali in alcuni dei paesi più poveri al mondo e a colpire i criminali che guadagnano milioni da questo commercio illegale. Solo attraverso la cooperazione è possibile ottenere risultati e l'INTERPOL continuerà ad adottare misure repressive su scala globale per far fronte a questo problema che colpisce tutte le regioni del mondo". Fondato nel 2010, l'ICCWC è il risultato di uno sforzo di collaborazione che fornisce un sostegno coordinato alle forze di sicurezza nazionali e alle reti regionali e subregionali responsabili delle specie selvatiche per contribuire alla conservazione e all'uso sostenibile della biodiversità e promuovere una migliore governance per la gestione delle risorse naturali nei paesi in via di sviluppo. Il progetto di lotta ai reati contro le specie selvatiche è volto a garantire un rafforzamento delle capacità a lungo termine, un migliore scambio di informazioni e di intelligence a livello internazionale nonché il coordinamento delle attività di esecuzione delle norme grazie al sostegno offerto alle autorità pubbliche responsabili della gestione della flora e della fauna selvatiche nei paesi di origine, di transito e di consumo. A un livello più generale, esso contribuirà inoltre a migliorare la governance e la lotta alla corruzione.

Le attività principali consistono nell'analizzare i fabbisogni in termini di capacità e fornire assistenza tecnica e finanziaria ai paesi in cui vengono individuate carenze, elaborare e accogliere programmi di sviluppo delle capacità comprendenti materiali di formazione, corsi e seminari nonché inviare squadre di intervento in caso di incidente, incaricate di condurre azioni repressive mirate in collaborazione con i paesi in via di sviluppo. Nel quadro dei suoi sforzi nella lotta ai reati contro le specie selvatiche, la Commissione europea ha inoltre deciso di destinare 2 milioni di EUR alla proroga del programma MIKE, un meccanismo unico finalizzato a monitorare e combattere il bracconaggio degli elefanti in tutto il continente africano. Il patrimonio naturale del pianeta e le risorse naturali, dalle singole specie a ecosistemi come le foreste, le barriere coralline, i bacini idrici e i suoli, si stanno riducendo a un ritmo allarmante. Questa perdita di biodiversità costa ogni anno miliardi all'economia mondiale, danneggia le singole economie, compromette le prospettive economiche e le possibilità di combattere la povertà. Il ritmo attuale a cui le specie si estinguono sul nostro pianeta è da 100 a 1 000 volte superiore a quello naturale, a causa soprattutto delle attività umane - alcune delle quali sono illegali.

La Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e di fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES) limita e, in alcuni casi, vieta il commercio internazionale delle specie a rischio di estinzione e dei prodotti da esse derivati. L'Unione europea si sta adoperando per rafforzare la convenzione CITES, che viene applicata tramite i regolamenti sul commercio delle specie di flora e di fauna selvatiche. La convenzione CITES, cui aderiscono 176 paesi, disciplina il commercio internazionale di circa 30 000 specie di flora e di fauna selvatiche minacciate di estinzione. Le conferenze delle parti della CITES si svolgono ogni tre anni; la prossima riunione si terrà a Bangkok nel marzo 2013. Il programma della CITES relativo al monitoraggio dell'uccisione illegale di elefanti (MIKE) è in vigore dal 2001 con la piena partecipazione dei governi di 43 paesi dell'area di distribuzione degli elefanti in Africa e in Asia, dove MIKE controlla i livelli di bracconaggio degli elefanti in circa 85 siti. Negli ultimi cinque anni, il programma MIKE in Africa ha beneficiato di una sovvenzione fino a 9 814 000 EUR dal 10° Fondo europeo di sviluppo. La Commissione europea si prepara a concedere un'ulteriore stanziamento di 2 milioni di EUR per garantire il proseguimento del programma fino al termine del 2014. Il programma MIKE ha documentato a partire dal 2006 un aumento allarmante dei livelli di abbattimento illegale di elefanti africani, che hanno raggiunto livelli record nel 2011. Gli elementi di prova forniti dal programma hanno portato all'attenzione mondiale le minacce che gravano attualmente sugli elefanti e hanno incoraggiato l'adozione di misure volte ad affrontare il problema su scala nazionale e internazionale. Il programma MIKE ha inoltre permesso di migliorare la cooperazione tra gli Stati dell'area di distribuzione degli elefanti e ha favorito una maggiore comprensione reciproca, come dimostra il Piano d'azione per l'elefante africano, elaborato dagli Stati dell'area di distribuzione di questa specie nell'ambito di incontri organizzati nel quadro del programma stesso e adottato all'unanimità da questi Stati in margine alla 15a riunione della conferenza delle parti della CITES (Doha, 2010).
Tommaso Tautonico
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