30/04/2015 - 13:24

Expo 2015 si veste d'acciaio. Domani la tanto attesa apertura dell'Esposizione Universale milanese

In acciaio l’80% del costruito. E' il comun denominatore delle realizzazioni che svettano ad Expo, caratterizzate da fisionomie e complessità architettoniche così diverse. Utilizzato ora come elemento strutturale, ora come dettaglio o in abbinamento e a sostegno con altri materiali, come il legno o il vetro, ora come particolare costruttivo di forte impatto, come nel Padiglione del Vietnam, dove una struttura d'acciaio sostiene un intero bosco di bambù, l'acciaio è indiscutibilmente il materiale che ad Expo si è ritagliato un ruolo da protagonista, secondo i dati di Fondazione Promozione Acciaio. Nei numerosissimi padiglioni stranieri, in Palazzo Italia, e anche nei percorsi pedonali lungo il canale che delimita il sito, nella passerella Expo-Merlata, nell'Expo Centre e nel Padiglione Zero, nelle Tende dei viali principali Cardo e Decumano e nei Theme Corporate Pavilions (TCP).

L'acciaio si è rivelato il materiale più adatto a rispondere ai requisiti di una manifestazione che, per scelta tematica e per conseguente vocazione, non poteva che orientarsi su scelte di sostenibilità, di efficienza energetica, di integrazione nel paesaggio e di originalità creativa.   

Duttile strumento nelle mani dei progettisti, questo materiale ha risposto perfettamente ai desiderata dell’Ufficio di Piano di Expo, delle committenze e dei progettisti, anche grazie alle capacità prestazionali del materiale, alla sicurezza antisismica, alla rapidità di montaggio e alla sicurezza nelle fasi di preassemblaggio e di costruzione in cantiere.

Un particolare decisivo ai fini della scelta dell'acciaio è stata poi la consapevolezza che la maggior parte dei padiglioni, una volta spente definitivamente le luci di Expo, a ottobre, sarebbe stata smantellata, trasportata e riutilizzata altrove. L'acciaio si presta perfettamente a questo concept: riciclo o riuso post evento.

Ma non è acciaio... tutto quello che luccica. Oltre che nelle imponenti strutture portanti visibili, il materiale è stato utilizzato anche come soluzione innovativa per realizzare per esempio fondazioni mediante pali avvitati in acciaio, per consentire un veloce recupero a fine evento, piuttosto che per ridurre al minimo gli scavi e ancorare le strutture portanti direttamente sul terreno compattato mediante fondazioni superficiali, realizzate ad hoc per rispondere a queste necessità.

Backstage tra i padiglioni 

La spettacolare vela di copertura di Palazzo Italia in acciaio e vetro di 4.500 mq, con un sofisticato disegno tridimensionale rappresenta una delle sfide tecnologiche più avvincenti.

Una volta conclusa l'esposizione universale, questa sarà tra l'altro una delle poche opere permanenti: un buon motivo per optare per una soluzione innovativa e sostenibile nel lungo periodo.

Nel Padiglione Argentina, composto da due corpi di fabbrica che si sviluppano per 12 m di altezza, l'acciaio strutturale è presente in tutte le sue forme: travi, profili tubolari, laminati mercantili e lamiere grecate per i solai. Assolutamente unici, qui gli highlights del padiglione sono i rivestimenti esterni in lamiera grecata ondulata dei silos.

Al centro del Padiglione Bielorussia, interamente realizzato in carpenteria metallica, svetta una ruota in acciaio, la "Wheel of Life", in travi a cassone, ottenute da piastre saldate assemblate in loco mediante bullonatura.

Una galleria d'accesso di 115 m  conduce al Padiglione Brasile. Si tratta di una struttura apparentemente leggera, che in realtà è costituita da 175 t di acciaio Corten. Qui, più che altrove, l'acciaio svolge un ruolo prestazionale ed estetico e il suo utilizzo è stato fondamentale ai fini della rapidità di costruzione.

Velocità di esecuzione e possibilità di riutilizzo della struttura: questi erano i requisiti che hanno portato alla scelta dell'acciaio anche nel Padiglione degli Emirati Arabi Uniti, caratterizzato da grandi pareti scenografiche costituite da strutture portanti metalliche. Le 1.000 t di acciaio verranno poi smontate, trasportate e riassemblate a Dubai per l'Expo 2020.

Acciaio e legno si fondono perfettamente nell'Expo Centre, dove la struttura portante in acciaio funge da supporto agli elementi lignei  che rivestono l'edificio.

La sostenibilità è stata la leva che ha portato alla scelta dell'acciaio nel Padiglione Germania: per limitare l'impatto sull'ambiente, qui si è ridotto al minimo il materiale utilizzato: 431 t di acciaio strutturale per coprire i 2.700 mq di area espositiva.

Anche per il Padiglione Giappone, realizzato con una felice combinazione di acciaio e legno non strutturale con funzione di frangisole, il tema della sostenibilità ambientale e della riciclabilità del materiale sono risultati determinanti per la scelta di questo materiale.


Proprio grazie all'utilizzo dell'acciaio è arrivato tra i primi al traguardo della fine lavori il Padiglione Israele, progettato come una costruzione ecologica assemblata interamente con elementi metallici leggeri montati a secco, privi di getti in calcestruzzo.


In sole sei settimane è stato realizzato, grazie all'uso di questo materiale, anche il Padiglione della Repubblica Ceca: 1.500 mq su tre piani, ove l'ultimo ha una doppia valenza di tetto e giardino.

Molto particolare l'uso dell'acciaio anche nel Padiglione Thailandia: nell'edificio principale i piani sono costituiti da impalcati metallici con solette in lamiera grecata sono sostenute da colonne in acciaio disposte su una maglia irregolare che si adatta al progetto architettonico. Inoltre, anche il corpo centrale "Ngob" è costituito da una struttura a forma di cono con un'anima strutturale in carpenteria metallica.


Sono solo alcuni esempi, la carrellata non si esaurisce qui.
Sono più di 40 le opere di Expo 2015 realizzate in acciaio: dalla Svizzera al Kazakistan, dal Messico agli Stati Uniti d’America, dall'Open Air Theatre al Padiglione della Santa Sede, il viaggio tra le creazioni in acciaio di Expo prosegue aprendo scenari inediti e entusiasmanti sotto il profilo architettonico e prestazionale. Un'ulteriore chiave di lettura per guidarci nella visita all'Esposizione Universale 2015.


photo credits: Lorenzo De Simone

Andrea Pietrarota
Direttore Responsabile
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