01/01/2013 - 01:00

Esemplari di Caretta caretta nelle Bocche di Bonifacio

La liberazione in acque internazionali di due tartarughe marine della specie Caretta caretta ha visto protagonisti il Parco Nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena, il Parco Nazionale dell'Asinara e l'Office de l'Environnemet de la Corse, ente gestore della Riserva Naturale delle Bocche di Bonifacio.
Una giornata di scambio e concreta collaborazione tra enti diversi che perseguono tutti lo stesso obiettivo, ossia la tutela e la valorizzazione delle valenze ambientali, paesaggistiche e culturali del tratto di mare compreso tra la Sardegna e la Corsica, lo stretto delle Bocche di Bonifacio. La giornata, organizzata per volontà dell' Office de l'Environnement de la Corse, ha visto protagoniste assolute due esemplari di tartaruga marina (Caretta caretta) recuperate in acque corse e assistite dal Centro recupero tartarughe marine del Parco Nazionale dell'Asinara nel corso degli ultimi mesi. La liberazione è avvenuta in acque internazionali sullo stretto delle Bocche. Alla giornata hanno partecipato diverse troupe televisive e in particolare una troupe che collabora con la BBC e il National Geographic inglese, impegnata in questi mesi nella produzione di un film dedicato esclusivamente alla presenza della plastica a mare e alle conseguenze che questa produce in particolare sugli animali marini.

L'evento odierno, che conferma ancora una volta la necessità di una collaborazione in rete tra tutti i soggetti che quotidianamente operano nei territori per la tutela dell'ambiente, si inserisce tra le attività di cooperazione transfrontaliera legate anche al progetto del PMIBB (Parco Marino Internazionale delle Bocche di Bonifacio), che vede protagonisti il Parco Nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena e l'Office de l'Environnement de la Corse in qualità di ente gestore della Riserva naturale delle Bocche di Bonifacio.
Finanziato con fondi del Programma Operativo "Marittimo" Italia-Francia 2007-2013, il progetto prevede la realizzazione di attività comuni di monitoraggio scientifico e di infrastrutture per ospitare un GECT (Gruppo Europeo di Cooperazione Terrritoriale), che sarà a tutti gli effetti il primo organismo permanente di cooperazione tra le due istituzioni.
Marilisa Romagno
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