01/01/2013 - 01:00

Eolico offshore: energia verde o minaccia per la biodiversità?

E' ora disponibile il rapporto sull'energia eolica offshore "Greening Blue Energy: Identifying and managing the biodiversity risks and opportunities of offshore renewable energy".
Ad oggi, questo documento, redatto da Iucn in collaborazione con E.ON Climate and Renewables e l'Agenzia svedese per la cooperazione internazionale e lo sviluppo, rappresenta la guida più completa per valutare l’impatto dei parchi eolici offshore sugli ecosistemi marini e la biodiversità, offrendosi così ai governi, ai responsabili politici e all'industria come strumento unico per migliorare le prestazioni ambientali delle energie rinnovabili offshore.

Dan Wilhelmsson, coordinatore Scientifico del Global Marine Programme dell'Iucn e principale autore del rapporto ha sottolineato come sia necessario “uscire da petrolio, gas e carbone per evitare gli impatti peggiori dovuti al cambiamento climatico, in questo contesto, sugli ecosistemi marini. Allo stesso tempo, però, dobbiamo assicurarci che quello che noi chiamiamo energia blu, che include le fonti rinnovabili offshore, sia anche verde e che non acutizzi le pressioni già presenti sull’ambiente marino”.
In Europa lo sviluppo dell’eolico offshore è in netto aumento e si stima che entro il 2030 potrebbe fornire tra il 12 e il 16% dell'elettricità usata nell'intera UE, equivalente a 25.000 turbine eoliche.
Anche Usa, Giappone, India e Africa Orientale stanno valutando la possibilità di incrementare l'eolico offshore per migliorare il proprio mix energetico da fonti rinnovabili.

Nel rapporto si legge che “l'elettricità prodotta dagli impianti eolici aiuta a contrastare il cambiamento climatico, evitando emissioni di gas serra e inquinanti tossici connessi ai combustibili fossili”.
Inoltre, “i parchi eolici offshore potranno fornire alcuni vantaggi per la fauna locale creando di “no fishing zones” e barriere artificiali in cui alcune specie marine potranno insediarsi”.
Ma, per garantire un impatto positivo ed evitare conseguenze negative come la perdita di habitat, potenziali collisioni con le turbine eoliche, la deviazione delle rotte migratorie degli uccelli e delle balene, il rumore e il disturbo elettromagnetico e pericoli per le navi in movimento, questi devono essere ben pianificati e gestiti.

Il documento esamina oltre un migliaio di fonti scientifiche per fornire le conoscenze più aggiornate sui possibili impatti, dalla fase di progettazione fino alla costruzione, alla gestione e alla dismissione dell'impianto.
Presenti anche alcune raccomandazioni come evitare siti sensibili, integrare la creazione di centrali eoliche nei piani di gestione del territorio, utilizzare progettazioni intelligenti e compensare gli impatti residui.
Nadine McCormick, coordinatrice dell'Energy Network Iucn, ha sottolineato come “un continuo ed attento  monitoraggio degli sviluppi di questa tecnologia e del loro reale impatto sulla fauna marina sarà fondamentale per produrre dati attendibili e contribuire ad assicurare che l'energia eolica offshore realizzi il proprio potenziale sostenibile”.
Lisa Zillio
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