15/12/2019 - 08:04

Energie pulite: con il gas rinnovabile meno emissioni in Europa e più risparmi

Rinnovabili, efficienza energetica e sostenibilità ambientale.

Da uno studio effettuato nel marzo 2019 (vedi in allegato) dal consorzio Gas for Climate (costituito da sette aziende europee nel trasporto di gas naturale come Snam, Enagas, Fluxys, Gasunie, GRTgaz, Open Grid Europe e Tigf e due associazioni attive nel settore dei gas rinnovabili a livello continentale come Consorzio Italiano Biogas e European Biogas Association), emerge che entro il 2050 l'Europa abbatterà le emissioni di CO2 anche grazie al gas prodotto da fonti rinnovabili, garantendo risparmi per circa 140 miliardi di euro l'anno. 

gas for climate
Il gas rinnovabile utilizzato nelle infrastrutture esistenti può dare un contributo importante ad abbattere le emissioni in Europa entro il 2050 per raggiungere gli obiettivi dell'accordo di Parigi. 

Il biometano può essere trasportato, stoccato e distribuito attraverso le infrastrutture del gas e combinati in modo efficiente con l'elettricità rinnovabile. Ciò consentirà all'Europa di centrare i target di Parigi al costo più contenuto possibile, rafforzando al tempo stesso la propria sicurezza energetica.

Lo studio spiega la rilevanza dell'idrogeno rinnovabile e del biometano nell'aumentare la produzione di gas rinnovabile a più di 120 miliardi di metri cubi annui entro il 2050. Affiancato ad altre energie rinnovabili come eolico e solare, l'utilizzo del biometano nelle infrastrutture del gas per riscaldare gli edifici potrà generare risparmi annui intorno ai 140 miliardi di euro entro il 2050. Il contributo del gas rinnovabile sarà molto influente in un sistema energetico a emissioni zero.

Vantaggi ambientali dell’impiego del gas. 
Rispetto ai carburanti tradizionali, il gas naturale abbatte le emissioni: se confrontato ad esempio con la benzina abbatte sostanzialmente particolato (-97% PM10) e ossidi di azoto (-75% Nox) e riduce sensibilmente l’anidride carbonica (-33% CO2), assicurando anche significativi risparmi economici (fino al 60% su un pieno) ai consumatori.
Per i trasporti pesanti, il gas naturale sotto forma di LNG (gas naturale liquefatto) è la miglior soluzione attualmente disponibile, riducendo in modo significativo le emissioni inquinanti e quelle climalteranti e consentendo lunghe percorrenze a costi sostenibili. 

Perché il momento è così favorevole al metano?
Perché dopo l'importante accordo del 2016 sottoscritto da FCA, Iveco e Snam è stata sviluppata sempre più la rete di distribuzione del metano nel nostro Paese, una rete già ben radicata.
I termini dell'accordo prevedevano, da parte di Snam, un investimento di 200 milioni di euro per un ulteriore aumento della distribuzione di metano, che attualmente vanta già 1.100 stazioni di rifornimento.
D'altro canto, FCA ed Iveco s'impegneranno nell'ambizioso progetto di triplicare il numero di auto a metano circolanti, portandolo ad oltre tre milioni di esemplari entro i prossimi dieci anni.

Nell'utilizzo del gas naturale per l'autotrazione l'Italia primeggia a livello europeo: la crescita della rete trova un brillante riscontro nelle immatricolazioni dei mezzi pesanti (>3,5t): solo nel 2019 (gennaio – aprile) sono stati immatricolati 893 mezzi a gas naturale – di cui ben 698 a LNG; i mezzi alimentati a LNG circolanti in Italia sono 2000 (su un totale di 6.000 in Europa).
La rete italiana di punti vendita di CNG (gas naturale compresso) non ha eguali in Europa, su un totale di 3.630 punti vendita, 1.365 si trovano in Italia, e di questi 47 sulla rete autostradale. 
Un trend di crescita inarrestabile, che negli ultimi 10 anni ha segnato un +5% di anno in anno, che non sempre purtroppo ha seguito criteri di omogeneità quanto di opportunità. 
Molti nuovi punti vendita sono nati dove era già presente un mercato florido, sottraendo percentuali di venduto ed è per questo che l’erogato medio nazionale è passato da 1 milione di metri cubi medi a circa 760.000 negli ultimi 2 anni (dati SFBM). La rete deve essere capillare ma deve raggiungere le zone ancora scoperte del nostro territorio come il Centro Sud Italia dove le potenzialità sono ancora ampie.
Dopo il calo delle vendita che ha colpito il settore del metano per autotrazione – passando dal 5,3% (anno 2014) al 1,6% (anno 2017) sul totale delle autovetture immatricolate – l’Italia sta assistendo di fatto a una inversione di tendenza in senso positivo. 

I veicoli a gas naturale (CNG + LNG) circolanti in Italia sono oltre un milione, ossia il 2% circa del parco circolante (dati ACI – anno 2018) e l’immatricolato sugli autoveicoli a metano ha trovato nuovamente un andamento positivo con 37mila autovetture a CNG immatricolate nel 2018, +14% rispetto al 2017.
Con il gas rinnovabile meno emissioni in Europa e più risparmi. 
Da uno studio effettuato dal consorzio Gas for Climate, emerge che entro il 2050 l'Europa abbatterà le emissioni di CO2 anche grazie al gas prodotto da fonti rinnovabili, garantendo risparmi per circa 140 miliardi di euro l'anno. 
Il Consorzio Gas for Climate riunisce sette aziende europee nel trasporto di gas naturale (Snam, Enagas, Fluxys, Gasunie, GRTgaz, Open Grid Europe e Tigf) e due associazioni attive nel settore dei gas rinnovabili a livello continentale (Consorzio Italiano Biogas e European Biogas Association).

Il gas rinnovabile utilizzato nelle infrastrutture esistenti può dare un contributo importante ad abbattere le emissioni in Europa entro il 2050 per raggiungere gli obiettivi dell'accordo di Parigi. 

Il biometano può essere trasportato, stoccato e distribuito attraverso le infrastrutture del gas e combinati in modo efficiente con l'elettricità rinnovabile. 
Ciò consentirà all'Europa di centrare i target di Parigi al costo più contenuto possibile, rafforzando al tempo stesso la propria sicurezza energetica.
Lo studio spiega anche la rilevanza dell'idrogeno rinnovabile e del biometano nell'aumentare la produzione di gas rinnovabile a più di 120 miliardi di metri cubi annui entro il 2050. 
Affiancato ad altre energie rinnovabili come eolico e solare, l'utilizzo del biometano nelle infrastrutture del gas per riscaldare gli edifici potrà generare risparmi annui intorno ai 140 miliardi di euro entro il 2050. Il contributo del gas rinnovabile sarà molto influente in un sistema energetico a emissioni zero.

Mobilità: GPL, GNL e idrogeno, aumenta la rete dei carburanti alternativi. 
La rete dei carburanti alternativi cresce sempre più e nel prossimo futuro, grazie alla mobilità sostenibile e alla Strategia Energetica Nazionale, non potranno che aumentare.
Sono le infrastrutture per i combustibili alternativi quali GPL, GNL E GNC, idrogeno e biocarburanti. 
Nella Strategia energetica nazionale è indicato l’obiettivo di un significativo incremento del numero di punti vendita di GNL e GNC ed è stata anche pianificata una adeguata espansione dei punti di ricarica per veicoli elettrici nelle stazioni di servizio e nelle aree di servizio autostradali con contestuale chiusura di alcune migliaia di pompe obsolete. 
L’offerta di GNL come carburante quest’anno sarà doppia rispetto al 2016, arrivando a oltre 15.000 tonnellate tra GNL e GNC grazie a un parco circolante di oltre 400 mezzi pesanti immatricolati a GNL e circa 100 dual fuel (GNL e diesel). 
Il Quadro Strategico Nazionale stima che la domanda complessiva di gas naturale liquefatto nei trasporti pesanti possa raggiungere, nel 2030, 2,5 milioni di tonnellate/anno grazie a una rete di distribuzione alimentata da 800 stazioni di servizio. 
Un network sufficiente per garantire il rifornimento di una flotta di 30 mila veicoli pesanti. E al 2040 si prevede che il numero di stazioni per il metano saranno più di 4.000, con un parco circolante che si attesterà intorno a 10 milioni.

Andrea Pietrarota
Direttore Responsabile
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