24/05/2014 - 15:00

Enel ascolti la società civile: strategie non sostenibili pesano sul bilancio

La Fondazione Culturale Responsabilità Etica (Fcre - Banca Etica) partecipa per il settimo anno consecutivo all'assemblea di Enel come azionista critico, con lo scopo di promuovere il ruolo dei piccoli azionisti e il loro contributo alla vita dell'impresa. "Stiamo registrando segnali incoraggianti", ha dichiarato Andrea Baranes, presidente di Fondazione Banca Etica.
"In bilancio la produzione netta di energia termoelettrica è scesa del 12% nel 2013, mentre sono salite la produzione idroelettrica (+21,4%) ed eolica (+11,6%). La produzione di energia fotovoltaica, che per la prima volta appare come voce in bilancio, è cresciuta del 18,9%". Un timido cambio di rotta, associato a un piano industriale (2014-2014) per il Gruppo Enel, che prevede 6,1 miliardi di euro di investimenti - su un totale di 25,7 miliardi (il 23%) - nelle rinnovabili, per aumentare la capacità installata del 51% a livello internazionale. "Siamo sicuramente soddisfatti per il riconoscimento del ruolo chiave alle rinnovabili nei prossimi anni", continua Baranes. "Notiamo tuttavia che solo il 17% dei nuovi investimenti nelle rinnovabili da quest'anno al 2018 sarà destinato all'Italia e all'Europa. Mentre il 73% sarà destinato ai mercati emergenti". Fcre interverrà sul primo punto all'ordine del giorno (approvazione del bilancio), sottolineando le criticità del rapporto tra Enel e i suoi stakeholder ambientali e sociali. "La Fondazione Culturale di Banca Etica, assieme a Re:Common e Greenpeace Italia, insiste da almeno sette anni con Enel per l'adozione di un modello di sviluppo più sostenibile, più rispettoso dell'ambiente e delle comunità locali", ha dichiarato Andrea Baranes. "Solo oggi la società comincia a ripensare alle sue strategie e al suo mix di produzione energetica in modo più responsabile, perché ora glielo chiedono i mercati dell'energia e le normative ambientali degli Stati".

"La corsa al nucleare con il progetto di costruire 4 nuove centrali è stato affondato nel 2011 dal disastro di Fukushima e dal referendum, nonostante fosse già chiaro tre anni fa che le centrali avrebbero operato in un contesto di sovracapacità di produzione energetica, la stessa che stiamo vivendo oggi, con Enel costretta a chiudere impianti per una capacità installata totale di 8.000 MW entro il 2016", si legge nell'intervento della Fondazione. "Ancora nel 2011 Enel voleva investire fino a 18 miliardi di euro per 6.400 MW di energia nucleare in quattro reattori. Chiuso il capitolo nucleare, nel 2012 è iniziata la rincorsa al carbone, che si è dimostrata fallimentare. Se Enel avesse ascoltato da subito gli azionisti critici si sarebbero risparmiati centinaia di migliaia di euro in investimenti fallimentari, a beneficio di tutti gli azionisti".

La Fondazione Culturale Responsabilità Etica è stata creata a Padova nel 2003 da Banca Popolare Etica. Ha come obiettivo la promozione di reti di nuove economie sostenibili e di una nuova cultura economica e finanziaria al servizio della società e dell'ambiente. Nel 2008 la Fondazione Culturale ha acquistato azioni di Enel ed Eni per "portare la voce della società civile e dei movimenti del Sud del mondo nelle assemblee delle più importanti società italiane". Le iniziative di azionariato critico della Fondazione sono sostenute da Re:Commom, Greenpeace Italia e Amnesty International. Dal 2008 la Fondazione Culturale Responsabilità Etica partecipa in modo critico alle assemblee degli azionisti di Enel e di Eni. Tra i temi che la Fondazione ha posto all'attenzione degli azionisti e degli amministratori di Enel negli ultimi anni si segnalano:
- l'eccessivo costo del nucleare;
- l'investimento in centrali nucleari obsolete nella Repubblica Slovacca;
- la presenza di Enel in paesi considerati "paradisi fiscali", in particolare nello stato americano del Delaware;
- lo scarso investimento nelle "nuove" energie rinnovabili in Italia (solare ed eolico);
- gli impatti ambientali e sulla salute degli investimenti di Enel in centrali a carbone;
- gli impatti sociali e ambientali degli investimenti di Enel in grandi dighe in America Latina.

Su tutti i temi presentati in assemblea, la Fondazione Culturale ha avviato un dialogo con Enel, che ha iniziato a rispondere alle domande e si è dimostrata disponibile a incontrare i rappresentanti della Fondazione e della società civile. Anche se molte domande rimangono ancora aperte.
Tommaso Tautonico
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