01/01/2013 - 01:00

Ekokook, la rivoluzione green in cucina

È francese il primo modello di cucina ecocompatibile autosufficiente: dotata di componenti elettrodomestiche a basso consumo, capace di compattare rifiuti solidi e di filtrare l'acqua usata riutilizzandola per attivare forno a vapore e lavastoviglie, si annuncia come la pioniera dei focolari domestici di nuova generazione.
Il prototipo è stato assemblato e il risultato si può già vedere e toccare dal vivo: Ekokook, cucina futuristica e futuribile pensata per funzionare in modalità di autosufficienza sfruttando il riciclo e il reimpiego di risorse e di scarti alimentari, dopo qualcosa come un decennio di gestazione progettuale si dice pronta per la messa in produzione.

Le cinque menti in forza al team che, per conto del laboratorio creativo francese Faltazi Design, a partire dal 2001 ha messo in cantiere l'idea rispondono ai nomi di Laurent Lebot, Victor Massip, Céline Bécu, Danielle Wielezynski e Arthur Senant: "Il nostro progetto è basato su quattro elementi essenziali - fanno sapere dallo studio di Nantes - gestione degli sprechi, salute, riduzione del consumo energetico e stoccaggio intelligente. Ci concentriamo sui materiali che si trovano tra l'abitazione e le risorse esterne: ogni muro, balcone, finestra, porta o persiana può essere utilizzata come supporto per un'installazione ecocompatibile. Ogni installazione che interagisce con elementi esterni (lo scarico del lavandino, il secchio della spazzatura, etc.), è in grado di produrre un eco-beneficio immediato. Tutta l'aria, l'acqua, il vento e il sole che raggiungono la casa devono essere viste come preziose risorse da catturare e usare".

Una cucina rivoluzionaria che vuole proporsi come componente domestica reale, a supporto di una nuova mentalità più responsabile e concretamente orientata, nel quotidiano, verso una gestione sostenibile e cosciente dei consumi: monoblocco, strutturata ad isola e dotata di apparecchi ed accorgimenti a risparmio energetico come il forno a vapore e i compartimenti stagni (ad azione anti-dispersiva) all'interno del frigo, Ekokook si costituisce di 3 micro-impianti integrati (relativi agli altrettanti tipi di scarto da riciclare), tra cui una sezione inferiore in grado di trasformare i rifiuti organici in concime (prodotto dai vermi generati dal processo di compostaggio degli scarti stessi) e di compattare e pressare con un meccanismo manuale azionato da una vite i rifiuti solidi, accumulati attraverso la raccolta differenziata. I designer della Faltazi, peraltro, hanno pensato a facilitare anche quella: gli appositi contenitori sono contrassegnati, a scanso di ogni dubbio e di possibili errori, dai colori verde (per il vetro), blu (per la plastica) e rosso (per il resto). Ogni sportello della cucina, inoltre, è dotato di uno specifico logo illustrativo di riferimento, applicato proprio per guidare correttamente il proprietario-consumatore nelle diverse fasi del riciclaggio casalingo in modo immediato ed intuitivo.

L'acqua invece, impiegata sia per cucinare che per annaffiare le piante, quando filtrata (dopo essere servita per esempio a lavare i piatti) viene riusata per attivare il forno a vapore e la lavastoviglie a scomparti: il serbatoio di cui Ekokook è dotata, posizionato sotto il banco cottura vicino al lavabo a doppio scarico e ai contenitori per il recupero delle acque reflue non contaminate, arriva a recuperarne fino a 15 litri. Se è proprio la cucina, dunque, lo spazio dove ognuno arriva a generare un ammontare compreso fra l'85% e il 90% della propria spazzatura totale prodotta, Ekokook può essere una prima risposta funzionale all'esigenza di alimentarsi, vivere e risparmiare a fronte di un impatto ambientale che sia il più basso possibile: nell'attesa di vederla realmente distribuita nei punti vendita specializzati e conoscere il prezzo d'acquisto, al momento ancora da stabilire, tutti i dettagli tecnici e i video del progetto sono disponibili sul sito ufficiale, www.ekokook.com
Manuela Bianchi
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