11/11/2016 - 17:39

Efficienza energetica: l'industria del cinema può essere sostenibile

Enea e Green Cross hanno presentato il primo Rapporto sul Cinema in Classe A. Se le case cinematografiche adottassero uno dei disciplinari ad oggi esistenti eviterebbero l’emissione di 1.120 tonnellate di CO2 in atmosfera, equivalenti a quelle relative all'illuminazione pubblica annuale di un comune di oltre 10.000 abitanti.
efficienza energetica
Il Cinema può non soltanto raccontare il rapporto tra uomo e ambiente, ma anche agire attivamente per la difesa del pianeta rendendo più sostenibili, meno impattanti e più efficienti tutti i processi dell’industria cinematografica. Questo lo scopo di #CinemaInClasseA, la campagna di ENEA e Green Cross Italia sull’efficienza energetica nel cinema italiano, che ha preso il via al Lido di Venezia durante la 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nell’ambito del Green Drop Award e che oggi a Rimini in occasione di Ecomondo ha presentato il primo “Rapporto sul Cinema in Classe A”, realizzato analizzando i dati della filiera cinema in Italia, dalle produzioni alla visione in sala.

Dallo studio, che rientra nella più ampia campagna di ENEA “Italia in classe A”, emerge che se l’intera industria cinematografica italiana (nel nostro Paese si stimano 5.880 giorni di riprese ogni anno) adottasse uno dei protocolli oggi esistenti, si potrebbe ottenere una riduzione delle emissioni pari a 1.120 tonnellate di CO2, equivalenti a quelle relative all'illuminazione pubblica annuale di un comune di oltre 10.000 abitanti, o ai consumi di gas di 1.200 famiglie.

“Da tempo negli Stati Uniti le grandi case di produzione hanno assunto protocolli ambientali di una certa rilevanza, arrivando persino a creare nuove figure professionali come lo ‘steward ambientale’ e costruendo vere e proprie campagne di marketing per promuovere i propri block –buster”, spiega Marco Gisotti, Direttore del Green Drop Award per Green Cross Italia. “In Italia l’argomento e l’impegno è stato assunto solo a partire dell’anno 2010”.

Al 2015 in Italia esistono almeno tre diversi disciplinari in uso: Ecomuvi, realizzato da Tempesta insieme ad Icei; Edison Green Movie, realizzato da Edison; Green Ciak, realizzato da Cremonesi Consulenze. In assenza di un quadro nazionale di indirizzo, i diversi protocolli convergono comunque verso lo stesso scopo, ovvero quello del raggiungimento di una maggiore sostenibilità ed efficienza del prodotto cinematografico, utilizzando, per esempio, tecnologie più innovative ed efficienti: dai generatori euro5 ai kit fotovoltaici, fino all’illuminazione a LED. Allo stesso tempo, grazie alla razionalizzazione lungo l’intera filiera produttiva, possono essere incrementate, e di molto, le performance dei consumi energetici, del trasporto delle merci e delle maestranze, del consumo di materiali, della gestione dei rifiuti, del catering su materiali bio-compatibili e in generale su tutta la filiera del green procurement.

L’esempio virtuoso di “Fräulein - una fiaba d'inverno” di Caterina Carone (2016). Il 30% del materiale di scenografia e costumi del film Fräulein sono riutilizzati invece che acquistati. Per il catering sono stati utilizzate esclusivamente stoviglie in materiale biodegradabile e compostabile. In sostituzione delle bottigliette di plastica da 1/2 litro sono stati utilizzati boccioni d’acqua e borracce sul set. Il fabbisogno energetico per più di 1/3 del totale delle riprese è stato soddisfatto grazie all’allaccio alla rete elettrica nazionale in sostituzione del ben più inquinante gruppo elettrogeno. Il disciplinare EcoMuvi è stato dunque applicato all’80% e ha portato ad una riduzione delle emissioni di CO2 pari a 10 tonnellate.

Quali sono gli interventi che rendono green un set cinematografico? Per offrire un’idea degli interventi possibili, secondo i dati consolidati dell’esperienza Edison – Tempesta Film, può essere considerata come base di analisi il tempo medio necessario alla realizzazione di un film, circa due mesi di riprese. Analizzando, quindi, i consumi elettrici si stima che ottimizzando il numero di gruppi elettrogeni utilizzati si possa ottenere un risparmio medio di circa il 19%, passando da 19,43 t di CO2eq a 15,78 t di CO2eq. Con l’uso di corpi illuminanti più efficienti si può ottenere un'ulteriore abbattimento dei consumi (e delle emissioni) dell'ordine del 10/15%. E i generatori elettrici sono soltanto uno delle decine di indicatori di sostenibilità ambientale utilizzabili.

Grazie al "Rapporto Cinema in Classe A", per la prima volta in Italia viene fatta un’analisi anche dei consumi delle sale cinematografiche. Queste ultime rientrano nei consumi specifici del settore terziario, che nel nostro Paese interessano un consumo complessivo di energia elettrica pari al 34% del totale dei consumi di energia elettrica nazionali. Tali consumi comprendono, oltre a quelli relativi alle sale di proiezione (proiezione, illuminazione e climatizzazione), anche i servizi destinati alla somministrazione al pubblico di alimenti e bevande. I consumi principali sono concentrati soprattutto negli orari di apertura al pubblico e in gran parte delle strutture la fornitura elettrica viene utilizzata per alimentare la cabina di proiezione, l’impianto di illuminazione, le attrezzature presenti nel foyer e nei bar, le attrezzature presenti all’interno degli uffici e l’impianto di climatizzazione estiva e di ventilazione meccanica.

Ma ci sono interventi che possono consentire un importante risparmio energetico, a partire da quelli sul sistema di illuminazione con l’impiego di tecnologia Led, che permettono risparmi considerevoli anche nell’ordine del 50-60% se rapportati alle tecnologie attualmente in uso. Si passa poi per l’installazione di sistemi di monitoraggio della climatizzazione, che può portare risparmi annui pari al 15-20% del consumo energetico dovuto alla climatizzazione, e per la sostituzione di apparecchiature obsolete per la climatizzazione con tecnologie più efficienti che presentano COP e EER superiori, possono consentire una risparmio dei consumi fino al 15%. Senza dimenticare la riduzione della temperatura di set point invernale ed estiva: all’interno degli spazi comuni e delle sale, le temperature di Set Point sono comprese fra i 22-24°C nel periodo invernale e 22 gradi in quello estivo. Attraverso una riduzione della temperatura di Set Point da 21-23 °C a 20 °C nel periodo invernale e dai 22°C a 24°C in quello estivo, si può ipotizzare un risparmio energetico pari dal 2 al 4% sul consumo complessivo. Infine, la rivoluzione green delle sale cinematografiche deve passare anche per la sensibilizzazione e la formazione del personale, attività che può portare ad un risparmio energetico pari al 2-3% sul consumo energetico complessivo.

Tommaso Tautonico
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