04/06/2013 - 15:00

Edilizia sostenibile: dal 65% restano esclusa le pompe di calore

Il decreto Legge, che porta gli incentivi per l'utilizzo di tecnologie efficienti dal 55% al 65%, porta con sé ancora qualche elemento da rivedere. E' il caso delle pompe di calore, tecnologia ad alta efficienza che utilizza anche fonti rinnovabili pluri-incentivata all'estero, ad oggi escluse dal neonato 65% e con un Conto Energia Termico di dubbia efficacia, sicuramente meno rimunerativo e per il quale le nuove tariffe elettriche non saranno pronte prima di due anni.
"Si tratta sicuramente di una svista" è il primo incredulo commento di Bruno Bellò, Presidente dell'associazione CoAer, che rappresenta i produttori di sistemi aeraulici, tra cui le pompe di calore. "Le pompe di calore in Germania sono incentivate da tempo e raggiungono livelli di efficienza inimmaginabili solo fino a pochi anni fa. Oggi rischiamo di essere esclusi dal mercato per motivi che non comprendiamo: rappresentiamo solo il 2,5% del totale incentivi erogati nel 2011, facciamo efficienza energetica e usiamo fonti rinnovabili perciò abbiamo le caratteristiche per accedere sia al 65% sia al Conto Energia Termico e come risultato diventiamo una tecnologia efficiente, che per decreto si ritrova ad essere non più competitiva rispetto alle altre tecnologie." Una anomalia di mercato che rischia di creare confusione tra gli utenti e perdita di posti di lavoro negli stabilimenti italiani. L'associazione Coaer, federata Anima/Confindustria, chiede ai Ministri Zanonato e Orlando il reinserimento nello schema del 65% lasciando all'utente la facoltà di scegliere quale incentivo utilizzare, il 65% o il conto energia termico, come ora è possibile per i pannelli solari termici.
Tommaso Tautonico
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