28/10/2015 - 17:36

Ecosistema Urbano 2015 in Toscana

La ricerca di Legambiente sulla vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani realizzata in collaborazione con l'Istituto di Ricerche Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore. IN TOSCANA bene per trasporto pubblico locale, isole pedonali, verde urbano e consumi idrici, allarme rosso invece per la produzione dei rifiuti urbani, consumi elettrici, perdite di rete, auto e motocicli circolanti ed incidentalità stradale.
Passano gli anni e poco cambia. Città ingessate, statiche e pigre anche in Toscana. Aree urbane che arrancano e faticano a rinnovarsi in chiave sostenibile ed essere culle di una rigenerazione urbana capace di migliorare la qualità dei singoli e della comunità. I passi avanti fatti fino ad ora sono, infatti, troppo pochi: a parte qualche performance di primato nazionale, come nel caso di Siena (per le piccole città) che eccelle nel trasporto pubblico locale e Pisa (per le città medie) prima in positivo per abbattimento del PM10, o Massa 3° per KW installati di solare termico e fotovoltaico, le altre città toscane sono, infatti, quasi tutte posizionate a metà classifica o più in basso. Nel complesso abbiamo una buona presenza di isole pedonali, un buon trasporto pubblico nella domanda e nell'offerta, bassi consumi di acqua, ed una sufficiente qualità dell'aria ma ci sono ancora molti lati da migliorare quali l'allarme rosso per la produzione dei rifiuti, le dispersioni della rete idrica, i consumi energetici, l'elevato numero di motocicli circolanti e il tasso di incidentalità stradale. Pisa (36° nazionale) è prima a livello regionale, seguita da Firenze (43°), Livorno (52°) e Siena (65°). È quanto emerge dalla XXII di Ecosistema Urbano, la ricerca di Legambiente realizzata in collaborazione con l'Istituto di ricerche Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore sulla vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani.

"Un quadro regionale senza infamia e senza lode, che ci obbliga a fare alcune considerazioni sui ritardi e le inadempienze delle nostre amministrazioni locali. La Toscana, specialmente sulla gestione integrata dei rifiuti e sulla prevenzione dell'inquinamento atmosferico può e deve fare molto di più!" - a dichiararlo è Fausto Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscana. Anche quest'anno, sono 18 gli indicatori selezionati per confrontare tra loro i 104 capoluoghi di provincia italiani. Tre indici sulla qualità dell'aria (concentrazioni di polveri sottili, biossido di azoto e ozono), tre sulla gestione delle acque (consumi idrici domestici, dispersione della rete e depurazione), due sui rifiuti (produzione e raccolta differenziata), due sul trasporto pubblico (il primo sull'offerta, il secondo sull'uso che ne fa la popolazione), cinque sulla mobilità (tasso di motorizzazione auto e moto, modale share, indice di ciclabilità e isole pedonali), uno sull'incidentalità stradale, due sull'energia (consumi e diffusione rinnovabili). In questa edizione sono due su diciotto gli indicatori selezionati per la classifica finale (incidenti stradali e consumi energetici domestici) che utilizzano dati pubblicati da Istat.

I risultati del rapporto in base alle città toscane:
I dati- Per quanto riguarda l'inquinamento atmosferico, nel 2014, grazie anche a condizioni meteorologiche favorevoli alla dispersione degli inquinanti, mediamente, abbiamo una qualità dell'aria abbastanza sufficiente che vede anche un primato nazionale con Pisa prima per pm10 seguita da Grosseto che si posiziona settima. A metà classifica tutte le altre città. In negativo Firenze, invece, per NO2 con un poco felice 73° posto in classifica. Miglioramenti in generale per l'ozono. Per la percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti si registra un valore che fa posizione le città toscane al di sotto della media. Allarme rosso nell'indicatore inerente la produzione pro capite di rifiuti urbani che vede quasi tutte le città toscane, in negativo, a fine classifica e nello specifico Pisa (101°) con 796 kb/ab/a, seguita da Prato, Firenze, Lucca e Pistoia. La media dei consumi idrici domestici resta sostanzialmente la stessa della passata edizione con in positivo al secondo e terzo posto nazionale di Pistoia e Prato. Tutte le altre città si trovano nella prima parte della classifica. Sale invece, in negativo, Grosseto tra le città nelle quali le perdite di rete sono superiori al 50% . Le politiche di mobilità mostrano invece in Toscana un trasporto pubblico efficiente sia nella domanda che nell'offerta, con il primato di Siena a livello nazionale tra le piccole città e Firenze settima tra le grandi. Tutte le altre città, ad eccezione di Grosseto annoverata tra le peggiori, sono nella media. A parte qualche eccezione si può notare anche una certa stabilità delle piste ciclabili e delle isole pedonali con Lucca (4°) e Firenze (7°).

Nei nostri centri urbani è la mobilità privata a farla ancora troppo da padrona e ad ostacolare la diffusione di modalità di trasporto più leggere, sostenibili e integrate con i mezzi pubblici. A dimostrazione di ciò basta guardare i numeri legati alle modalità di spostamento in ambito urbano e alle auto circolanti. Per quel che concerne gli spostamenti privati motorizzati, il modal share, è ancora una realtà da migliorare. Abbiamo dati solo di cinque capoluoghi che vedono in positivo Pisa (5°) con il 41% tra le città medie. Firenze (23°), tra le grandi con 59% mentre in negativo Livorno e Grosseto entrambe con l'80%. Sono molte le città in cui la metà o più degli spostamenti privati vengono effettuati dai loro cittadini con mezzi a motore (auto o moto). A dimostrare invece come sia ancora lontano un livello minimo di qualità e pianificazione ci sono diversi capoluoghi in cui questa percentuale è uguale o maggiore al 75%. Per le auto circolanti in media confermano sostanzialmente i dati dello scorso anno. Ad eccezione di Firenze (4°) che viene annoverata tra le grandi città migliori e Livorno (8°), le altre superano la soglia delle 60 auto ogni 100 abitanti e sono tutte a metà o fine della lista. Ancora peggio per i motocicli ogni 100/ab dove con qualche piccola eccezione il resto sono tutte da bollino nero. Tranne che per Pistoia, altissimo e allarmante anche il tasso incidentalità stradale in quasi tutte le città toscane nello specifico a Lucca dove il numero delle vittime è di 10 ogni 100 abitanti. Dati lievemente incoraggianti ma ancora molto lontani da livelli ottimali arrivano dal solare termico e fotovoltaico: tra le migliori città Massa (3°) con circa 30 kW/1.000 ab. Terza città nella classifica nazionale per l'indicatore sulle energie rinnovabili che si concentra quest'anno sulla diffusione del solare termico e fotovoltaico in strutture pubbliche e rappresenta la componente principale dell'area tematica energia.
Marilisa Romagno
autore