25/06/2013 - 13:41

«Ecoquartieri, la sfida del futuro»

Il nuovo decreto ecobonus ha stabilito che tutti i nuovi edifici dovranno avere una classe energetica "quasi zero", di questo e di tanto altro se ne è parlato al seminario It's GBC time, promosso da Voltan Associati a Padova venerdì 21 giugno scorso.
«Nei giorni scorsi si è compiuta nel nostro Paese una vera e propria rivoluzione culturale, di cui si è parlato poco. In cinque anni nel settore dell'edilizia succederà ciò che per gli elettrodomestici è accaduto in quindici anni: il nuovo decreto ecobonus ha stabilito che tutti i nuovi edifici dovranno avere una classe energetica "quasi zero"». Così Andrea Poggio, presidente della Fondazione Legambiente Innovazione, in apertura del seminario It's GBC time, promosso da Voltan Associati a Padova venerdì 21 giugno. All'orizzonte, anche un'altra importante scadenza: entro il 30 aprile 2014 l'Italia dovrà dotarsi di un Piano Nazionale per la riqualificazione edilizia, urbanistica e territoriale. I contributi da parte dell'Ue verranno riconosciuti soltanto ai Paesi che dimostreranno di rispettare il piano per i prossimi 30 anni, adeguando ogni anno almeno il 3% degli edifici pubblici. Una prescrizione che potrebbe offrire l'occasione per colmare il ritardo del nostro Paese rispetto ad altri paesi europei: «Al momento - ha spiegato Poggio - in Italia esistono poche banche dati che fotografano il reale stato energetico del nostro patrimonio». Poggio ha poi lanciato un appello all'indirizzo del Governo: «In questi mesi si sta scrivendo la nuova programmazione comunitaria.

L'accordo di partenariato Italia-Ue può essere l'occasione per lanciare una nuova sfida, quella degli eco-quartieri: non ha senso continuare a intervenire sui singoli edifici se poi il contesto è degradato». Una provocazione raccolta da Silvia Basso, vicepresidente di Ance di Padova - Collegio Costruttori Edili: «Costruire ancora non ha più senso, la vera sfida del futuro è quella della riqualificazione, anche perché in Italia ben il 50% del patrimonio edilizio è stato costruito prima del 1972. Abbiamo però bisogno di avere al nostro fianco professionisti preparati che possano darci una mano, e abbiamo anche bisogno di trovare nuove forme di accesso al credito, penso per esempio alle Esco, perché ormai è sempre più difficile ottenere un finanziamento da parte delle banche». Basso ha poi fatto un'autocritica, evidenziando come le imprese edili del territorio, che sono per lo più realtà di piccole dimensioni, spesso fatichino a "fare rete": «Per questa ragione ritengo che esperienze come quella di GBC Italia - Green Building Council siano positive e preziose». Ricco di stimoli anche l'intervento di Paolo Gurisatti, economista, coordinatore del progetto Green Communities: «Nel nostro Paese, è ormai evidente, non c'è più spazio per il mercato delle nuove costruzioni: si è costruito troppo, c'è una quantità enorme di invenduto. Dobbiamo essere in grado di mettere in piedi le impalcature di un mercato nuovo. In primo luogo, bisogna investire sulla ristrutturazione, con pacchetti finanziari tutti da inventare: la sfida sarà quella di portare in GBC soggetti in grado di fare questo ragionamento».

Come Poggio, anche Gurisatti ha poi insistito sul fatto che i progetti degli eco-quartieri devono rappresentare la strada del futuro: il concetto di sostenibilità non va quindi ricondotto al singolo edificio, ma deve essere esteso all'intero rione, affiancando l'attenzione al consumo energetico degli edifici all'introduzione di moderne soluzioni in materia di smaltimento rifiuti, mobilità, verde urbano, ecc..«Per poter riqualificare l'esistente - ha poi spiegato Gurisatti - bisogna agire anche sul piano della sensibilizzazione: è necessario far comprendere agli amministratori di condominio e ai singoli inquilini che il recupero energetico è un investimento che conviene. Esperienze di riqualificazione di interi quartieri sono state portate avanti con successo persino in una favela brasiliana, perché da noi non dovrebbero essere possibili?».
Un parere condiviso anche da Elvio Casagrande, segretario del Chapter Veneto Friuli-Venezia Giulia di GBC Italia: «Per quanto riguarda la sostenibilità l'attenzione spesso si concentra sul singolo edificio, andrebbe invece spostata sull'ambito urbano. Per portare avanti progetti "coraggiosi" è importantissimo essere capaci di fare rete: nel nostro Paese, nel campo dell'edilizia, abbiamo capacità tecniche all'avanguardia, che altrove ci invidiano, ma spesso il nostro limite è che non ci mostriamo capaci di fare squadra. Lo scambio di idee e di esperienze maturato all'interno di GBC Italia è prezioso in questo senso. Se fare rete è importante, altrettanto importante è l'azione di promozione della cultura della sostenibilità: anche su questo fronte ci siamo spesi molto negli ultimi anni e continueremo a spenderci in futuro». In vista dell'adozione del Piano Nazionale per la riqualificazione edilizia e urbana, GBC Italia ha deciso di dare il proprio contributo istituendo un laboratorio che si è riunito per la prima volta lo scorso 19 giugno, e che ha visto la partecipazione di oltre 100 persone collegate in web conference da cinque diverse città italiane (Roma, Milano, Bologna, Venezia, Rovereto). I contenuti del seminario saranno al centro di una puntata speciale che andrà in onda nei prossimi giorni su Archivisione - La Tv degli architetti.
Marilisa Romagno
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