17/05/2019 - 18:13

Domenica 19 giornata delle Oasi Wwf: un rifugio sicuro per la bioversità italiana

Domenica 19 maggio torna la Giornata delle Oasi WWF, una domenica di eventi ed iniziative speciali, una vera e propria festa della natura rivolta al grande pubblico.

 

 bioversità italiana

La Giornata delle Oasi 2019 sarà una festa, con aperture gratuite per tutti e tantissime iniziative, dal Trentino alla Sicilia. Ma è anche il momento per ricordare il ruolo insostituibile delle Oasi (35.000 ettari di natura protetta dal WWF grazie al sostegno di soci e sostenitori) per la conservazione della natura e l’educazione ambientale.

Proprio in questi giorni nel nido appositamente predisposto dal WWF nell’Oasi di Orbetello, una coppia del raro falco pescatore ha nidificato e sono nati 3 pulcini. I fenicotteri in Italia nidificano in Sardegna e da qualche anno anche in altre regioni. La prima volta nella penisola è stata però nella Laguna di Orbetello, nel 1994.
Dopo 200 anni d’assenza la cicogna bianca è tornata a nidificare nell’Oasi di Bolgheri, in Toscana. L’Oasi di Monte Arcosu in Sardegna è stata determinante nel salvare il cervo sardo. L’Oasi delle Steppe, in Sardegna, è nata per proteggere una delle ultime “brigate” di galline prataiole, specie ormai molto rara nel nostro Paese. Così come l’Oasi alpina di Valtrigona, che oltre a proteggere uccelli nobili come il gallo cedrone e il gallo forcello, dà rifugio alla pernice bianca, sempre più minacciata dal clima che cambia. Se la lontra in Italia è ancora presente e in ripresa, lo si deve anche alle Oasi del WWF. Dalla prima, quella di Persano, sul fiume Sele, a quelle di Policoro, in Metaponto, alle Cascate del Verde in Abruzzo, alle Grotte del Bussento, nel Cilento. Un piccolo anfibio, il pelobate fosco, deve parte del suo futuro proprio ad un’Oasi WWF, quella della Baraggia di Bellinzago nel novarese. Ci sono poi anche storie di piante. Il fiordaliso del Sagittario vive soltanto nelle Gole omonime in Abruzzo, riserva naturale gestita dal WWF. Così come è specie endemica la calendula marittima, che vive solo sulla spiaggia della Riserva naturale delle Saline di Trapani. Sempre nell’Oasi di Monte Arcosu ci sono molti endemismi sardi: come l’elicriso del Monte Linas. E ancora in Sardegna, ma nell’Oasi di Scivu, si trovano individui di altre specie endemiche come Linaria flava e Anchusa crispa.

Tantissimi gli eventi nelle 100 Oasi domenica 19 maggio, dalle visite guidate alle iniziative di citizen science, dalla liberazione di animali selvatici curati nei CRAS ai laboratori per i bambini, qui il dettaglio Regione per regione. In Italia (Rondanini et al., 2013) sono 672 le specie animali censite (576 terrestri e 96 marine), mentre 6 sono estinte in tempi recenti. Le specie minacciate di estinzione sono un totale di 161 (138 terrestri e 23 marine), pari al 28% delle specie valutate. Considerando che per il 12% delle specie i dati disponibili non sono sufficienti a valutare il rischio di estinzione e assumendo che il 28% di queste sia minacciato, si stima che complessivamente il 31% dei vertebrati italiani sia minacciato, mentre le specie non a rischio di estinzione imminente siano circa il 50%. Tra le specie a maggior rischio di estinzione in Italia, e sulle quali il WWF è maggiormente impegnato con progetti e campagne di conservazione e soprattutto grazie al sistema Oasi: l’aquila del Bonelli, il capovaccaio, la gallina prataiola, il fratino, l’orso bruno e la lontra. Molti sono i rettili minacciati tra cui la lucertola delle Eolie, la tartaruga marina comune, le due specie di testuggini palustri e la testuggine terrestre, mentre tra gli anfibi devono essere ricordati: il tritone sardo, l’ululone appenninico, il pelobate fosco e il pelodite punteggiato.

Sono purtroppo tantissime, troppe, le specie che rischiano l’estinzione nel nostro Paese, alcune molto note come il delfino e il capodoglio, gli avvoltoi grifone e gipeto o l’anguilla, ma molte altre sconosciute ai non “addetti ai lavori”, soprattutto tra i pesci: il carpione del Garda e quello del Fibreno, lo spinarolo e lo storione cobice.

Marilisa Romagno
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