01/01/2013 - 01:00

Distrutti 250 milioni di ettari foreste tropicali.

Negli ultimi 20 anni sono state distruute foreste tropicali per un'estensione pari a 8 volte quella dell'Italia, come se non bastasse 1/10 del commercio internazionale di legname proviene da tagli illegali, che causano perdite commerciali pari a 10 miliardi l'anno di dollari Usa (OCSE).
La deforestazione interessa quasi 13 milioni di ettari l'anno e per l'85% è concentrata nei Paesi tropicali (Fonte: FAO). Le foreste pluviali tropicali sono un habitat importante per migliaia di specie migratorie e sostengono almeno il 50 % delle specie terrestri e un numero smisurato di culture indigene; inoltre, esse immagazzinano fino a 200 tonnellate ad ettaro di carbonio nella sola biomassa, più di ogni altro tipo di foresta e, al tempo stesso, restituiscono una grande quantità di ossigeno.
Ogni anno sono distrutti circa 6 milioni di foreste tropicali pluviali, con tendenze diverse da regione a regione: il Sud-Est Asiatico registra i maggiori tassi di deforestazione, seguito dall'Africa e dall'America latina ed almeno altri 2 milioni di ettari sono soggetti a gravi fenomeni di degrado (Fonte: Global Environment Outlook dell'UNEP). Secondo un recentissimo studio (10 Novembre 2009) condotto nella South Dakota State University, che utilizza immagini satellitari ad alta definizione, il 40 %delle foreste del Borneo indonesiano (pari a ben 21 milioni di ettari, due terzi dell'Italia) sono state cancellate negli ultimi 15 anni.
Secondo uno studio dell'Istituto Nazionale brasiliano di Ricerche Spaziali (INPE), nel 2008 sono stati distrutti circa 1,3 milioni di ettari di foreste della sola foresta amazzonica brasiliana e i primi dati del 2009 segnalano che il fenomeno sta continuando con la stessa intensità. L'Amazzonia da sola ospita un quinto delle piante e delle specie animali del pianeta ed è anche la dimora di centinaia di culture indigene e di 30 milioni di persone, che dalle foreste traggono forme di sostentamento e vita.
Il fenomeno non riguarda soltanto l'Amazzonia, ma coinvolge con grande intensità anche Indonesia, Malesia, Congo e ogni paese tropicale. Può sembrare strano, ma una delle cause della distruzione di milioni di ettari di foreste pluviali in Indonesia e Malesia, tra le più ricche in biodiversità, sono le piantagioni di palma da olio, usato nell'industria alimentare, cosmetica e farmaceutica; in Argentina, la superficie destinata alla soia è maggiore di quella destinata a tutte le altre colture. In Sud-America e Africa la coltivazione della soia è destinata ad aumentare del 60 per cento nei prossimi venti anni, sottraendo 6 milioni di ettari di foresta tropicale in America meridionale e 16 milioni di ettari di savana nel continente nero.
Ma gli impatti di questo drammatico fenomeno non si esauriscono con la perdita di biodiversità. Secondo numerosi studi e l'ultimo rapporto di alutazione dell'IPCC, circa il 20% dei gas di serra di natura antropogenica che si accumulano ogni anno nell'atmosfera deriva dalla distruzione e della degradazione delle foreste globali: circa 1,6 miliardi di tonnellate di carbonio.
Tommaso Tautonico
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