26/04/2017 - 13:52

DEF 2017: arrivano i BES, gli indicatori di benessere equo e sostenibile. Ecco come funzionano

Nel DEF 2017 sono stati introdotti i BES, ovvero gli indicatori di benessere equo e sostenibile. Ecco cosa sono e come funzionano.

"Grazie agli interventi strutturali come gli ecoincentivi e le azioni messe in campo dal governo il valore della CO2 pro capite è stato rallentato. Il nostro Paese ha assunto impegni europei molto onerosi e dobbiamo andare avanti: con la strategia energetica nazionale, quelle per lo sviluppo sostenibile e per i cambiamenti climatici stiamo lavorando ad un piano strategico industriale del Paese da qui al 2030". Ad affermarlo è stato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti in un'intervista a RaiParlamento, ripresa sul sito del ministero.
bes_def2017
L'introduzione nel Documento di economia e finanza 2017, meglio noto come DEF, dei nuovi parametri per la valutazione del  benessere del Paese, i BES, indicatori di benessere equo e sostenibile e' "un passaggio storico, epocale, che permetterà di misurare la crescita del Paese non solo per i beni prodotti ma anche per l’impatto di questa produzione su alcuni indici, tra cui anche le emissioni di CO2. Il nostro obiettivo è il cosiddetto disaccoppiamento: crescere diminuendo la CO2, cioè il contrario della decrescita felice” ha detto Galletti. Il ministro ha poi ricordato come al momento le strade percorribili siano due: “produrre meno ed emettere meno o tentare di produrre di più con tecniche che permettono di emettere meno. Il punto di arrivo deve essere quello di misurare tutti i Paesi in questo modo, prendendo a riferimento non soltanto il Pil, ma anche l’effetto che questa produzione di beni ha sul Paese” .

Ma cosa è il DEF? Il Documento di economia e finanza (DEF) costituisce il principale documento di programmazione della politica economica e di bilancio, che traccia, in una prospettiva di medio-lungo termine, gli impegni, sul piano del consolidamento delle finanze pubbliche, e gli indirizzi, sul versante delle diverse politiche pubbliche, adottati dall'Italia per il rispetto del Patto di Stabilità e Crescita europeo e per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo, occupazione, riduzione del rapporto debito-Pil nonché per gli altri obiettivi programmatici prefigurati dal governo per l'anno in corso e per il triennio successivo. Il Documento espone in primo luogo i risultati economici dell'anno 2016, evidenziando come questo, dopo la crescita dello 0,1 per cento di Pil registrata nel 2014 e dello 0,7 per cento del 2015, abbia costituito il terzo anno di ripresa, con una crescita risultata pari a 0,9 punti percentuali di Pil, che si è realizzata pur in presenza dei numerosi fattori di freno e di incertezza a livello globale ed europeo. Si tratta di una crescita lievemente superiore a quanto previsto a settembre scorso nella Nota di aggiornamento del DEF 2016 (+0,8 per cento ), grazie al recupero, nella seconda metà del 2016, dovuto al balzo della produzione industriale e, dal lato della domanda, a un'accelerazione di investimenti ed esportazioni. In particolare si è avuta una crescita dell'1,2 per cento dei consumi, una crescita del 2,9 per cento degli 
investimenti e del 2,4 delle esportazioni, queste ultime parzialmente controbilanciate da una più consistente dinamica delle importazioni, cresciute del 2,9 per cento. E' risultato positivo anche l'andamento del mercato del lavoro, con una crescita, rispetto al 2015, di 1,3 punti percentuali del numero degli occupati ed un incremento deIlo 0,9 per cento del tasso di occupazione; il tasso di disoccupazione è diminuito in misura più limitata (0,2 per cento), anche a causa di una maggior partecipazione al mercato del lavoro (sono diminuiti gli inattivi).

Il DEF espone poi le previsioni per l'anno 2017 ed il triennio successivo, prevedendo una continuazione della crescita per tutto il quadriennio, con un incremento annuo del Pil di 1,1 punti percentuali nel 2017, 1,0 nel 2018 e poi 1,1 punti nel 2019 e nel 2020. Quanto al benessere equo e sostenibile (BES), si tratta in particolare di un set di indicatori, sviluppato dall'ISTAT e dal CNEL, per valutare il progresso di una società non solo dal punto di vista economico, come ad esempio fa il PIL, ma anche sociale e ambientale e corredato da misure di disuguaglianza e sostenibilità. Per la prima volta, con la riforma della legge di contabilità n.196 del 2009 operata dalla legge n.163/2016 entrata in vigore nel settembre scorso, gli indicatori di benessere equo e sostenibile entrano nell'ordinamento, venendo inclusi come allegato al DEF 2017, nel quale al momento – in attesa di una più compiuta scelta degli indicatori da utilizzare - si valutano gli andamenti di quattro indicatori, costituiti: dal reddito medio disponibile aggiustato pro capite, da un indice di disuguaglianza del reddito, dal tasso di mancata partecipazione al lavoro e dall'indicatore delle emissioni di CO2 e di altri gas clima alteranti (che traccia l'andamento della qualità dell'ambiente e il relativo impatto delle politiche.

Rosamaria Freda
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