15/04/2015 - 08:43

Decreto sottoprodotti: in arrivo decreto su scarti di produzione da riutilizzare

E' quasi pronto il decreto sui cosiddetti sottoprodotti, ovvero ciò che è originato da un processo di produzione di cui costituisce parte integrante, ma il cui scopo primario non è la produzione di questa sostanza.
 
Per semplificare il discorso basti pensare agli scarti provenienti da settore della ristorazione che potrebbero essere usati per produrre energia e inquadrati come sottoprodotti anziché come rifiuti oppure quelli della lavorazione agricola, oppure anche i semplici detriti come la legna che si ammassa sulle spiagge dopo le mareggiate. 
 
Si tratta di un provvedimento molto atteso da tutto il sistema produttivo, ha spiegato il sottosegretario all'Ambiente, Silvia Velo, illustrandone i contenuti alle associazioni, perché definisce le condizioni in base alla quale una sostanza residuale viene classificata come un 'sottoprodotto', con la possibilità, quindi, di essere gestita al di fuori della normativa in materia di rifiuti.
 
Da una parte il decreto chiarisce e concilia le esigenze di tutela ambientale e sanitaria per la salute dei cittadini, assicurando una corretta gestione di sostanze potenzialmente inquinanti e qualificando come rifiuto soltanto le sostanze che effettivamente lo sono, ha continuato Velo. 
 
Dall'altra, rappresenta una necessità economica non indifferente per il sistema produttivo che avrà la possibilità di reimpiegare molti dei residui derivanti dalle diverse attività, trasformandoli da effetti indesiderati della produzione, in una vera e propria risorsa, con un abbattimento degli oneri di trattamento e senza avere impatti negativi sull'ambiente, ha concluso il sottosegretario. 
 
Il decreto ministeriale attuerebbe il decreto legislativo 152 del 3 aprile 2006, ovvero il testo unico in materia ambientale, e ne eliminerebbe ogni interpretazione soggettiva dando così finalmente certezze agli operatori. 
 
Ma quanti e quali sono i sottoprodotti? Per le attività agricole, zootecniche e forestali possono essere classificati tali le ramaglie, le radici, steli, stocchi ma anche gli effluenti zootecnici. Per le trasformazioni dei prodotti agricoli e forestali sono considerati sottoprodotti residui della prima lavorazione del tondame nonché altri residui legnosi, farinacee, crusche pannelli, vinacce e sanse d'oliva. Per quanto riguarda i sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano saranno considerati tali carcasse e parti di animali macellati non destinati al consumo umano per motivi commerciali nonché sangue e tessuto adiposo, ma anche il contenuto del tubo digerente di mammiferi e ratti e farine di ossa e carne.
 
Per ogni categoria di sottoprodotto il provvedimento dovrà però specificare le normali pratiche industriali a cui può andare soggetto prima dell'utilizzo in modo da sottrarla all'applicazione della normativa in materia di rifiuti e permetterne in riutilizzo. 
Rosamaria Freda
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