01/01/2013 - 01:00

Condannati i responsabili delle escavazioni lungo Po, Brenta e Adige

Il tribunale di Padova ha condannato i responsabili delle escavazioni abusive perpetrate per anni lungo i fiumi Po, Brenta e Adige; le accuse sono di associazione a delinquere, concorso in furto di sabbia, falsificazione dei verbali di escavazione, truffa e violazione del segreto di ufficio.
I giudici hanno accolto le motivazioni del PM e del WWF, costituitosi parte civile nel processo, e riconosciuto la gravità dell'attività illecita degli imputati, alcuni dei quali funzionari pubblici preposti, in teoria, alla tutela dell'ambiente e non alla sua distruzione.
Andrea Agapito Ludovici, responsabile acqua WWF Italia, e Silvia Fischetti, responsabile dell'ufficio legale del WWF Italia, hanno dichiarato: "La condanna conferma la veridicità delle denunce che da oltre un decennio facciamo circa il grave danno a discapito dei fiumi, la criticità delle loro condizioni e la necessità di un'azione per la loro riqualificazione e rivitalizzazione. La campagna 'Liberafiumi' portata avanti in questi mesi dal WWF ha proprio lo scopo di censire e poi recuperare gli ecosistemi fluviali, perché si possa garantire una gestione sostenibile dell'acqua e il raggiungimento del buono stato ecologico come previsto dalla Direttiva europea sulla tutela delle acque".

"Ma, come conferma il censimento fatto lo scorso 2 maggio nell'ambito di Liberafiumi, proseguono le escavazioni spesso anche illegali. Sono state trovate 15 cave di ghiaia e sabbia lungo l'Adda, ma anche sul Piave, il fiume veneto censito dal WWF, ci sono 12 cantieri di lavorazione di ghiaia che occupano ben 134 ettari di fasce fluviali. Speriamo che questa condanna scoraggi e faccia desistere definitivamente i ladri di fiumi. Ci auguriamo che il processo possa concludersi con il ripristino della naturalità dei luoghi ed essere un primo esempio positivo di rilancio di un bene prezioso per la biodiversità e per l'uomo quali sono i fiumi" hanno concluso i due portavoce del WWF.
Un ringraziamento particolare da parte del WWF Italia va al Corpo Forestale dello Stato per il fondamentale lavoro d'indagine, agli avvocati che hanno curato la costituzione del WWF Italia, Giovanna Mingati e lo studio Pozzan e Farinea di Venezia, ed al WWF Rovigo le cui testimonianze in tribunale hanno contribuito a fare chiarezza sulla vicenda.
Lisa Zillio
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