01/01/2013 - 01:00

Chiude il G20, sul cambiamento climatico tutto rimandato

Si è concluso il G20 tra i vari ministri dell'economia dei Paesi più ricchi al mondo, senza grosse soluzioni. La finalità dell'incontro era incentrata sulla crisi economica e sulle misure da prendere per uscire dalla recessione e tra questi aspetti doveva essere preso in considerazione anche quello del finanziamento per la lotta ai cambiamenti climatici.
Purtroppo sono stati presi in considerazione e approfonditi tutti gli aspetti tranne che quello ambientale, liquidato con un semplice "poi vediamo". Nei pochi minuti dedicati alla problematica, i rappresentati delle grandi nazioni sono stati tutti d'accordo sul fatto di discutere una serie di opzioni e di impegnarsi per un finanziamento di tali sforzi, anche in vista del meeting di Copenaghen del mese di dicembre, ma oltre questi buoni propositi non si è andato.
Ma di cosa si sarebbe dovuto parlare nell'incontro? In primo luogo, di riduzione dell'emissioni. L'Unione Europea, con qualche oppositore, vuol portare la riduzione di gas serra dal 20 al 30% entro il 2020. Gli Stati Uniti, che vogliono seguire l'esempio europeo, sono ancora indietro sulla decisione, e questo è stato il primo nodo della questione. Il secondo è arrivato sul finanziamento ai Paesi del terzo mondo, soprattutto africani, per aiutarli ad adeguarsi ai cambiamenti con il passaggio dall'industria inquinante (prevalentemente basata sul carbone) a quella pulita. Per farlo, l'Ue ha intenzione di finanziare 100 miliardi di euro entro il 2020, ma Cina e Usa frenano.
Adesso le speranze, come afferma anche Yvo De Boer, commissario europeo nella commissione cambiamenti climatici, sono tutte su Copenaghen che può e deve essere il punto di svolta nella lotta internazionale contro il cambio climatico. Una forte combinazione di impegno e compromesso può e deve fare si che questo accada.
Tommaso Tautonico
autore