30/07/2014 - 12:30

Carovana delle Alpi 2014: le bandiere nere e verdi di Legambiente

Carovana delle Alpi 2014: la campagna che fa il check up dello stato di salute dell'arco alpino. Alpi, tra pirati e smart citizens. Legambiente assegna 8 bandiere nere ai nemici della montagna e 10 verdi a chi, invece, la valorizza con pratiche ecosostenibili. "La crisi dei grandi centri urbani può indurre un ritorno al protagonismo della montagna".
Un paradiso di bellezza e biodiversità, troppo spesso minacciato da una gestione miope. Legambiente con Carovana delle Alpi 2014 torna a fare il "check up" dello stato di salute dell'ambiente alpino assegnando le tradizionali bandiere verdi e nere, rispettivamente alle buone e cattive pratiche di gestione del territorio. Quest'anno sono otto le bandiere nere che l'associazione ambientalista dà ai nemici della montagna, per i danni causati al territorio da amministrazioni e società. Delle 8 bandiere nere, ben 3 sono state assegnate in Lombardia, mentre una rispettivamente in Piemonte, Trentino, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Valle D'Aosta. Otto storie di "pirati" delle Alpi che hanno in comune una visione distorta della valorizzazione turistica del territorio, favorendo così una selvaggia speculazione. Non mancano però le buone pratiche ecosostenibili e le idee positive per uno sviluppo locale green, come testimoniano le dieci bandiere verdi date, invece, a chi ha saputo valorizzare l'arco alpino. In prima linea ci sono le esperienze modello di alcune amministrazioni comunali, di aziende agricole, associazioni e comitati della Lombardia (3 bandiere verdi), Piemonte (2), Friuli (2), Trentino (1), Liguria (1) e Valle d'Aosta (1) che puntano, ad esempio, sulla reinterpretazione delle tradizioni.

"L'attenzione che si sta affermando per le aree interne, anche nella nuova programmazione dei fondi comunitari, ci conferma che oggi c'è una domanda nuova di sviluppo per le aree montane. La crisi ambientale, sociale ed economica esplosa intorno ai grandi centri urbani crea una diversa attrattività sociale per queste aree e può indurre un ritorno al protagonismo della montagna -dichiara Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente-. Per il rispetto degli equilibri ecologici e sociali dell'intero territorio è ormai urgente abbracciare un diverso modello, dove le smart city possono intrecciarsi e sostenersi vicendevolmente con le smart mountain. Ecco che allora appaiono fuori tempo e fuori luogo tutti quei progetti che non hanno ancora incorporato il concetto di limite di sfruttamento per risorse naturali come acqua, suolo e biodiversità, tanto da rischiare di condannare sé stessi e il territorio al suicidio nel giro di poco tempo. Non capire che oggi le aree montane devono inventare un proprio modello di sviluppo e non imitare quello della pianura è una grande sfida culturale che ha in gioco il benessere di intere popolazioni".

Quest'anno ben tre bandiere nere vanno alla Lombardia. La prima, e più pesante, viene assegnata alle segreterie dei partiti PD (Partito Democratico) e SVP (Südtiroler Volkspartei) che si sono prodigate per lo smembramento del Parco dello Stelvio (i cui 131.000 ettari ricadono per il 45% in Lombardia, per il 41% in Alto Adige e per il 14% in Trentino). Con grandi responsabilità nella guida rispettivamente del Paese e della Provincia Autonoma di Bolzano, l'uno per colposo disinteresse alla conservazione della natura, l'altro per scelta deliberata, hanno coscientemente scelto di affossare il più grande Parco Nazionale delle Alpi attraverso un processo di scissione e declassamento e di far così deperire con esso la prospettiva di sviluppo sostenibile per questo spazio montuoso sovraregionale. La seconda bandiera nera lombarda è stata assegnata al Comune di Schilpario per non avere attuato in maniera efficace la regolamentazione dell'utilizzo di motoslitte, in spregio a qualsiasi regola di buon senso capace di preservare il turismo dolce e di qualità. La terza va alla Provincia di Lecco per aver previsto, anche nella recente revisione del Piano Territoriale di Coordinamento, il potenziamento del polo sciistico Artavaggio-Bobbio con un progetto invasivo di tunnel che dovrebbe collegare le due località. Scelte di sviluppo locale quasi unicamente orientate alla monocultura dello sci e impattanti sull'ambiente montano che si ritrovano anche in Trentino e in Valle d'Aosta. In quest'ultima la bandiera nera di Carovana delle Alpi viene assegnata all'amministrazione comunale di Valtournenche (AO) per lo studio di fattibilità per nuovi collegamenti sciistici tra la Valtournenche e la Val d'Ayas che, se realizzati, distruggerebbero l'ultimo lembo non compromesso del versante sud del Monte Rosa, a favore unicamente della speculazione edilizia. In Trentino una delle due bandiere nere viene assegnata alla Comunità di Valle delle Giudicarie per l'Accordo quadro di programma che prevede un altro ampliamento delle aree sciabili in zone ancora intonse e di grande pregio ambientale e paesaggistico. Bandiera nera in Piemonte al Comune di Exilles (TO) per la perseveranza nel voler trasformare in zona edificabile un terreno geomorfologicamente instabile e a forte rischio di alluvioni, senza valutarne le pesanti conseguenze ambientali e di sicurezza. Altra bandiera nera in Veneto, alla Commissione Tecnica Provinciale per Attività di Cava di Verona, per aver espresso tre pareri favorevoli ad altrettante richieste di ampliamento di attività estrattive in sotterraneo in aree ad elevato rischio ambientale, già fortemente compromesse per fenomeni di collasso del suolo e da frane attive. Infine, in Friuli Venezia Giulia, Legambiente assegna una bandiera nera al presidente della società Carnia Welcome per le proprie affermazioni a favore delle manifestazioni motoristiche in alta quota.

"La green economy può trovare un terreno di crescita estremamente favorevole nel tessuto socioeconomico alpino -dichiara Vanda Bonardo, responsabile Alpi di Legambiente- . Sempre più significativo è il numero di piccolissime, piccole e medie imprese, spesso supportate da virtuose amministrazioni locali, in grado di introiettare la sfida ambientale come fattore competitivo e di coniugarla con i temi della responsabilità sociale d'impresa e della centralità della persona. Riteniamo indispensabile il sostegno e il riconoscimento di quelle attività che vedono il protagonismo dei montanari e delle comunità locali. Essenziale è la presenza di giovani, gruppi di azione locale. Anche l'arrivo di nuovi e vecchi migranti alla "rovescia", dalla pianura alla montagna, laddove accade, rafforza la capacità d'azione sociale dei singoli e della collettività. È in questa prospettiva che scegliamo di premiare con le bandiere verdi attività e progetti che sanno riguadagnare terreno a migliori pratiche agricole, ai bisogni di qualità alimentare, alle tipicità territoriali, alla diversificazione produttiva anche immateriale, al risparmio energetico, ad un turismo responsabile e sostenibile, per la difesa del suolo ed un più equilibrato utilizzo delle risorse idriche. Su una dimensione più ampia crediamo che una buona governance alpina potrebbe favorire una messa in rete delle buone pratiche, tanto da arrivare a produrre una sorta di patto tra simili, un accordo che dia forza a questa visione. L'ambizione è tendere ad una virtuosa macroregione alpina capace di produrre politiche di sistema, e legami tra territori che hanno affinità geomorfologiche e culturali a prescindere dai perimetri amministrativi".

La Carovana delle Alpi anche quest'anno è quindi andata alla ricerca di quanti sviluppano progetti di tutela e salvaguardia della più grande catena montuosa d'Europa per premiare con le bandiere verdi l'impegno di quanti hanno mosso passi significativi verso uno sviluppo di qualità. Sono sei le Regioni a ricevere il vessillo verde. In Lombardia il riconoscimento di Legambiente va al Comune di Cerveno per una politica fatta di scelte coerenti e continuate nel tempo, e di progetti di qualità, per la valorizzazione delle risorse del proprio territorio; riconoscimento anche ai comitati di Premana "Salviamo i nostri torrenti" e di Pagnona "Per la difesa del torrente Varroncello" per la passione e l'impegno profuso nella collaborazione con la popolazione, le associazioni ambientaliste e le istituzioni per la difesa dei torrenti della Valvarrone dall'assalto delle captazioni per le minicentrali a danno dell'ambiente e del paesaggio e senza reali benefici per la popolazione. La terza esperienza lombarda premiata è quella dell'associazione Mercato&Cittadinanza per l'impegno nell'individuazione di buone pratiche produttive, nel rispetto dei lavoratori, dell'ambiente e nella ricerca della qualità del cibo e per la loro valorizzazione attraverso un mercato mensile associato ad iniziative culturali. In Piemonte una bandiera verde va all'associazione Sassi Vivaci per aver saputo promuovere pratiche di turismo sostenibile sul Monviso attraverso il progetto "Altramontagna". Altro riconoscimento piemontese per il progetto "Baci da Cantamerlo" promosso dalle associazioni Esalp ed Etinomia per l'approccio partecipato e per le sue finalità quali la riduzione del consumo di suolo, la riqualificazione e la maggior inclusione sociale. Anche in Friuli Venezia Giulia Legambiente assegna due bandiere verdi. La prima ai Comuni della Valle del But per aver avviato un piano di azione orientato all'autosufficienza energetica; la seconda a Damiano Nonis di Mountain Wilderness per la complessa e spettacolare pulizia dell'Alta Valle dell'Arzino. Premiata anche la Liguria dove è il Comune di Mendatica ad aggiudicarsi il riconoscimento di Legambiente per aver attivato buone pratiche sul proprio comune e sul territorio del parco regionale. In Valle d'Aosta la bandiera verde viene assegnata all'associazione NaturaValp per la propria attività di promozione del turismo responsabile e la creazione di una rete di operatori economici, allevatori, agricoltori, artigiani e semplici cittadini, orientati alla valorizzazione della propria vallata, la Valpelline, secondo un modello di sviluppo sostenibile. Infine non manca il Trentino, dove l'associazione di giovani produttori Baldensis riceve la bandiera verde per la scelta di utilizzare metodi, rispettosi dell'ambiente quanto della tradizione locale.

Quest'anno, nell'ambito della Carovana delle Alpi, Legambiente collabora con CIPRA Italia alla raccolta di idee per ri-dare vita a molti edifici alpini abbandonati. Un patrimonio edilizio che potrebbe rappresentare un'occasione per pensare in modo partecipato a nuovi utilizzi possibili che rispondano ai reali bisogni delle comunità alpine, contribuendo al processo di sviluppo del territorio montano. Legambiente e CIPRA (www.cipra.org/it/cipra/italia) raccoglieranno le proposte fino al prossimo 30 settembre attraverso un modulo on line e presenteranno il materiale raccolto alla Presidenza Italiana della Convenzione delle Alpi, al Ministero dell'Ambiente e alle istituzioni locali.
Tommaso Tautonico
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