01/01/2013 - 01:00

Caldo: sesto luglio più bollente con +1,94 gradi

Ma negli Usa è stato addirittura quello con la piu' alta temperatura di sempre. Il mese di luglio si è chiuso con 1,94 gradi in piu' rispetto alla media classificandosi al sesto posto tra i piu' caldi degli ultimi due secoli, ma negli Stati Uniti è stato addirittura il piu bollente della storia secondo il National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) confermando così la tendenza ai cambiamenti climatici.
E quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che a rendere l'estate italiana bollente è stato anche un mese di giugno che, con +2,6 gradi dalla media, si era già classificato al terzo posto, secondo i dati Isac Cnr. Gli effetti in Italia amplificati dalla scarsa piovosità - sottolinea la Coldiretti - sono stati quasi il raddoppio (+93 per cento) rispetto allo scorso anno del numero di incendi scoppiati, con 4700 roghi registrati dall'inizio dell'inizio dell'anno alla fine di luglio dalla forestale, ma anche un crollo dei raccolti nazionali con perdite per l'agricoltura stimate superiori a mezzo miliardo. I cali della produzione a livello nazionale - precisa la Coldiretti - vanno dal -20 per cento per il pomodoro al 30 per cento per il mais fino al 40 per cento per la soia ma forti riduzioni sono previste per la barbabietola da zucchero con quasi il dimezzamento della produzione nelle regioni del Nord e per il girasole (-20 per cento), tanto da rendere necessaria la richiesta di stato di calamità.

Negli Usa - precisa la Coldiretti - la temperatura media a luglio è stata superiore di 3,3 gradi alla media del ventesimo secolo con il 63 per cento del territorio colpito dalla siccità con danni stimati per il settore agricolo superiori a 12 miliardi di euro che hanno stravolto l'andamento delle quotazioni mondiali delle materie prime agricole. Si sono verificati aumenti superiori al 30 per cento per i prezzi del grano destinato a produrre il pane e per le quotazioni di soia e mais necessari a nutrire gli animali per produrre latte e carne, dall'inizio dell'anno, secondo le elaborazioni Coldiretti sulla base delle quotazioni al Chicago Board of Trade, punto di riferimento o del mercato a livello internazionale, dove il grano oscilla attorno ai 9 dollari per bushel, il mais a 9 dollari per bushel e la soia a 16 dollari per bushel, per consegne a settembre. L'andamento dei prezzi delle materie prime agricole sta provocando - sostiene la Coldiretti - effetti sui mercati internazionali dove con i rincari si prospetta una ripresa dell'inflazione, ma è allarme anche per il commercio internazionale con il rischio di mancata consegna delle forniture con effetti drammatici - precisa la Coldiretti - sul piano della disponibilità di cibo nei paesi poveri e della sicurezza sociale in paesi come la Libia o l'Egitto che sono forti importatori di grano e si teme il ritorno della guerra del pane.

In realtà a pesare sono anche i cambiamenti strutturali come ha evidenziano - precisa la Coldiretti - l'ultimo rapporto Ocse-Fao secondo il quale la produzione agricola deve crescere del 60 per cento nei prossimi 40 anni per far fronte all'aumento della domanda della maggiore popolazione mondiale, alla richiesta di biocarburanti e alla crescita dei redditi in paesi come la Cina che spinge al maggiore consumo di carne e, quindi, di mangime per gli allevamenti. Una situazione che - conclude la Coldiretti - conferma l'importanza che l'Italia difenda il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile in una situazione in cui già adesso circa la metà dei prodotti alimentari sono importati, a cominciare dalla soia (80 per cento), dal grano (50 per cento) e anche dal mais (20 per cento).
Marilisa Romagno
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