01/01/2013 - 01:00

Bracconaggio: allarme in tutta Europa

Sono stati presentati oggi in occasione della Conferenza europea sul Bracconaggio, tenutasi a Larnaka nell'isola di Cipro, i dati raccolti dai partner di BirdLife International, presenti in 38 nazioni europee, sul fenomeno del bracconaggio.
 
A più di 30 anni dall'adozione della Direttiva Europea per la protezione delle specie protette, la situazione rimane grave: l'uccisione e la cattura illegale di uccelli è ormai una pratica diffusa in gran parte del continente europeo.
Dal Report, che fotografa una scioccante varietà di strumenti illegali e motivazioni dietro questi reati, emerge anche che pochi sono i governi che hanno cercato di combattere il fenomeno
Alla base del fenomeno ci sono diverse cause, tra cui motivazioni economiche (gli uccelli sono considerati competitori di risorse alimentari oppure risorse di reddito attraverso il commercio illegale), ludiche e legate ad aspetti di costume e credenze popolari resistenti. 
 
"Gli uccelli vengono sparati, catturati con reti, trappole e bastoncini cosparsi di colla e perfino imbottiti di sostanze velenose, pericolose anche per l'uomo e per l'ambiente, per essere utilizzati come esca per uccidere altri uccelli. La creatività di coloro che infrangono la legge per uccidere gli uccelli è raccapricciante", ha dichiarato Boris Barov, European Conservation Manager di BirdLife Europa, che ha illustrato il rapporto. "L'uccisione deliberata di uccelli protetti, in aree protette o al di fuori della stagione di caccia", ha continuato Barov, "è sempre più inaccettabile tanto per gli ambientalisti quanto per i cacciatori ligi alle leggi. A questo punto occorre, da parte delle autorità di tutta Europa, una vera e propria strategia a tolleranza zero nei confronti dei colpevoli. Il fatto che Cipro ospiti la Conferenza è un'opportunità per le autorità dell'isola di dimostrare la volontà di bloccare il grave e ancora irrisolto problema del bracconaggio sugli uccelli migratori, che rovina la reputazione dell'intero Mediterraneo."
 
"Quanto all'Italia, la situazione è ancora molto grave", ha sottolineato Claudio Celada, Direttore del Dipartimento Conservazione della Natura della LIPU-BirdLife Italia presente alla conferenza.
"Valli bresciane, zona del Sulcis in Sardegna, piccole isole come Ischia e Ponza e versante calabro dello Stretto di Messina sono i punti più caldi del fenomeno, con una recrudescenza anche degli atti intimidatori o di vera violenza nei confronti di volontari e forze dell'ordine. L'Italia raccolga le indicazioni della Conferenza di Cipro ed elabori un piano dettagliato antibracconaggio, dandosi una data, un impegno temporale entro cui il fenomeno, se non debellato, sia ridotto al minimo".
Dalla conferenza è emersa in primis la necessità di dotare i governi di strumenti efficaci e fondi adeguati per contrastare il fenomeno.
 
Lisa Zillio
autore