30/05/2016 - 20:00

Beach Litter 2016: Legambiente boccia le spiagge italiane

L'associazione ambientalista documenta con un'indagine la situazione insostenibile in molte spiagge italiane. Su molte spiagge italiane al posto delle conchiglie a farla da padrone sono rifiuti spiaggiati come bottiglie, mozziconi di sigarette, calcinacci, stoviglie usa e getta, e poi tante bastoncini di plastica colorata, ciò che rimane dei cotton fioc passati dal water per arrivare in mare e sulla spiaggia.
Dall'indagine "Beach litter" realizzata e curata per il terzo anno da Legambiente che ha monitorato nel mese di maggio 47 spiagge italiane emerge una situazione drammatica delle spiagge italiane: un'area di 106.245 mq, pari a 800 campi di beach volley, dove sono stati trovati 33.540 rifiuti spiaggiati. Regina indiscussa rimane la plastica: il 76,3% degli oggetti trovati è infatti di plastica, seguita da mozziconi di sigarette (7,9%), rifiuti di carta (5,5%), metallo (3,6%), vetro/ceramica (3,4%), legno (1,3%), rifiuti tessili (1,2%) e gomma (0,8%).

A guidare la top ten dei rifiuti spiaggiati più trovati sono tre piccoli ma pericolosi oggetti:
- al primo posto ci sono i pezzi di plastica e polistirolo (22,3%), di dimensioni inferiori ai 50 cm,
- al secondo posto per i cotton fioc (13,2%) per un totale di 4412 pezzi,
- al terzo posto in classifica per i mozziconi di sigaretta (7,9%)

Seguono nella top ten: tappi e coperchi (plastica e metallo), bottiglie di plastica per bevande, reti da pesca e acquacoltura, stoviglie usa e getta di plastica, materiale da costruzione, bottiglie di vetro e pezzi e bottiglie e contenitori di detergenti. Rifiuti che fanno male all'ambiente, alla fauna, all'economia e al turismo.
L'indagine "Beach litter", che rientra nell'ambito della campagna "Spiagge e Fondali puliti - Clean-up the Med 2016" realizzata anche grazie al contributo di Cial, Novamont e Virosac, è stata eseguita dai volontari di Legambiente dal 27 al 29 maggio. Le situazioni più critiche sono state rilevate sulla spiaggia di Coccia di Morto a Fiumicino, in prossimità della foce del Tevere, dove si accumulano i rifiuti provenienti dal fiume dove i volontari di Legambiente hanno trovato il più alto numero di rifiuti: oltre 5500 rifiuti in 100 metri.
Maglia nera anche per quella di Olivella nel comune di Santa Flavia (PA), con 1252 rifiuti in 100 metri di spiaggia, circondata e sfregiata pesantemente anche da manufatti di cemento pericolanti. Importante segnalare anche le spiagge invase dai rifiuti provenienti dalla pesca, in particolare la spiaggia di Canovella de' Zoppoli a Duino Aurisina, Trieste, dove ben il 65% dei rifiuti trovati sono riconducibili a reti di mitili e la spiaggia sul Mar Piccolo a Taranto.

Tipologia dei rifiuti. Dall'indagine di Legambiente il 30% dei rifiuti è costituito da packaging, di cui il 26% da imballaggi e involucri alimentari e il 4% da packaging non alimentare. Al secondo posto troviamo i rifiuti da mancata depurazione, quasi 5000, e al terzo i rifiuti derivanti dal fumo. Più di 2000 i rifiuti legati al settore pesca con il 6% e con il 3% troviamo la categoria degli inerti e materiali da costruzione abbandonati in loco.

Contrastare il marine litter non è difficie: un esempio per gestire il marine litter arriva direttamente dal progetto europeo "Smile" (Strategies for MarIne Litter and Environmental prevention of sea pollution in costal areas),che ha come capofila la Regione Liguria. Obiettivi di progetto quello di proporre un metodo di gestione e prevenzione del problema dei rifiuti in mare e sulle coste e l'ideazione di strumenti pratici ed economicamente sostenibili di prevenzione e di contrasto all'inquinamento marino.
Marilisa Romagno
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