01/01/2013 - 01:00

Balene: accordo fallito, la caccia continua

Si è conclusa senza la definizione di un accordo per proteggere dalla caccia le balene, la 62esima riunione della Commissione baleniera internazionale (IWC), svoltasi la scorsa settimana ad Agadir, in Marocco.
L'incontro, che ha visto la partecipazione delle delegazioni degli 88 governi membri, si era aperto con clamorosa scelta di svolgere la riunione a porte chiuse.
Una decisione, questa, senza precedenti nella storia dell'IWC.
Sul tavolo, le delegazioni hanno trovato un'unica (e molto discutibile) proposta, formulata dal Presidente della Commissione: permettere la caccia a scopo commerciale delle balene nell'Oceano Meridionale, ovvero dare delle quote di caccia anche ad alcune di quelle specie considerate dalla IUCN a rischio estinzione.

Ma l''ormai consueta situazione di stallo, dovuta alla contrapposizione tra Stati pro-caccia e Stati a favore della tutela di queste specie, ha inficiato ogni possibilità di arrivare a un accordo, facendo chiudere la sessione senza alcun risultato.
"C'è un'assenza di volontà politica nel superare le differenze di posizione" ha spiegato Geoffrey Palmer, ex primo ministro neozelandese e membro dell'Iwc.
"Nell'anno della biodiversità questo è un ennesimo brutto segnale. La IWC, iniziata lunedi, ha preso la decisione senza precedenti di avviare una discussione a porte chiuse, lasciando fuori la società civile e i rappresentanti dei media e non ha consentito alle ONG di parlare fino a giovedi. La Commissione deve essere più democratica e partecipata e deve occuparsi dei cetacei a tutto tondo, tornando ad avere un ruolo significativo per la loro conservazione. Non deve più accadere come in questa riunione che la politica ancora una volta scavalchi la conservazione delle balene, non tenendo conto dei dati scientifici. Anche il nostro Paese deve essere più presente e avere un ruolo più attivo per raggiungere questo risultato" ha dichiarato Massimiliano Rocco responsabile specie WWF Italia.

Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace, ha dichiarato: "La proposta di accordo era irricevibile. Ma il blocco dei negoziati è un vero fallimento. É ora di fermare completamente la caccia alle balene. Gli stati dovevano impegnarsi nell'ottenere un risultato che andasse in questa direzione, e invece come al solito non sono riusciti a mettersi d'accordo. Intanto le balene soffrono".
Il divieto di caccia commerciale delle balene dell'IWC è stata una delle conquiste più grandi per la conservazione del nostro tempo ed ha portato al salvataggio di molte specie di balene sull'orlo dell'estinzione.
Purtroppo però da allora (sono passati più di vent'anni) nulla di concreto è stato più fatto.
Solo tre mesi fa, infatti, la comunità internazionale non ha raggiunto l'accordo per inserire diverse specie marine nella CITES, la Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione

Attualmente le grandi balenottere azzurre rappresentano appena l'1% della loro popolazione originaria e le balene grigie del Pacifico occidentale sono rimasti appena 100 esemplari.
Secondo il Wwf dal 1986 al 2008 quasi 32mila balene sono state uccise.
E' doveroso ricordare che la salvezza delle balene non è importante solo per il mantenimento della biodiversità presente sulla Terra, ma anche per il giro d'affari milionario che ruota attorno a questi animali da vivi: il Whale watching, ad esempio, con oltre 2 miliardi di dollari all'anno rappresenta un settore di punta per l'industria turistica mondiale.
Lisa Zillio
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