04/03/2014 - 17:00

Associazione Nazionale Le Donne del Vino #FestaDellaDonna2014

L'Associazione Nazionale Le Donne del Vino, nata nel 1988 grazie al brillante intuito della produttrice toscana Elisabetta Tognana, conta oggi 650 iscritte che rappresentano tutte le categorie della filiera vitivinicola, dal vigneto alla cantina, dalla tavola alla comunicazione. Per questo terzo appuntamento col nostro progetto #FestaDellaDonna2014, abbiamo intervistato la presidente Elena Martusciello
Tra le ragioni che hanno portato alla nascita dell'Associazione Nazionale Le Donne del Vino, che nel 2013 ha festeggiato venticinque anni di attività, c'è una presa di coscienza delle capacità imprenditoriali delle donne impiegate, con ruoli diversi, nel settore. Alcune si sono trovate ad ereditare le aziende vitivinicole di famiglia (passaggi che in passato erano in esclusiva linea maschile), mentre altre hanno scelto la professione volontariamente. 
 
Infatti è in aumento il numero delle donne che frequentano scuole e corsi professionali, convegni e viaggi studio all'estero, per diventare agronome, enologhe, enotecarie, sommelier. Insomma, un cambiamento di costume che ha reso le donne protagoniste di un settore che fino a poco tempo fa era riservato quasi esclusivamente agli uomini. 
 
E in aumento è anche il numero delle consumatrici intenditrici, professioniste o semplici appassionate, in grado di scegliere un prodotto di qualità per il piacere di gustare in modo consapevole e di conoscere a fondo le caratteristiche dei vini, per arrivare ad abbinarli correttamente ai cibi.
 
E questo è proprio lo scopo principale dell'associazione: divulgare la cultura del vino e sviluppare il coinvolgimento del mondo femminile nel settore vinicolo in un'ottica di pari opportunità. E ancora: evidenziare e valorizzare il ruolo della donna in un settore di eccellenza italiana qual è quello del vino, diffondere e migliorare la conoscenza e la cultura del vino di qualità, tutelare il patrimonio delle tradizioni legate al vino, alla gastronomia e al territorio. 
 
La presidente dell'associazione è Elena Martusciello, dell'azienda campana Grotta del Sole, che ha risposto alle nostre domande approfondendo il tema dell'Imprenditoria Femminile e gli sviluppi nel settore vitivinicolo.
 
Presidente, quando nasce e quali scopi persegue la vostra associazione?
L'Associazione Nazionale Le Donne del Vino nasce nel maggio 1988 . All'epoca il mondo del vino era una prerogativa tutta maschile, la presenza 'rosa' era marginale. Si pensò così che un sodalizio tutto al femminile avrebbe avuto più forza e visibilità nel perseguimento dello scopo comune di promozione e valorizzazione della cultura enogastronomica italiana. A tali fini nell'associazione sono state coinvolte tutte le attrici del comparto Food&Beverage: produttrici, ristoratrici, enotecarie e sommelier, ognuna di loro, ogni giorno, chi con il vino, chi con i piatti, chi con la propria professionalità, promuove il buono ed il bello del nostro 'Belpaese'.
 
Il vino italiano è famoso in tutto il mondo ma risente della concorrenza di quelli prodotti in altre nazioni. Come si può mantenere alto il valore del Made in Italy?
La concorrenza negli ultimi anni si è fatta sempre più agguerrita, specie da quando si sono affacciati sui mercati nazionali i paesi sudamericani che riescono a proporre un buon prodotto a prezzi estremamente contenuti, grazie ai costi della manodopera inferiori anche del 90% rispetto all'Italia e all'Europa. Fortunatamente si sono anche aperti nuovi mercati, quali la Russia e la Cina e tutto il sud est Asiatico. 
 
In tale contesto mondiale, il valore del Made in Italy si può preservare promuovendo il 'sistema paese', facendo rete tutti insieme per tutelare e valorizzare le nostre produzioni. Vendere un vino Italiano vuol dire raccontare anni, se non secoli, di storia, tradizioni. Vuol dire parlare di 'terroir' specifici e di caratteristiche uniche al mondo. C'è chi fa eccellenza e chi fa prodotti più 'fast', l'importante è non dimenticare che si vende 'Made in Italy' inteso non solo come prodotto ma come stile di vita. Si dovrebbe secondo me far leva anche su tutti gli Italiani emigrati, veri focolai strategici per ogni azienda italiana che produce. Importantissimo è anche il ruolo svolto dalle istituzioni, che dovrebbero rapportarsi con le imprese e predisporre strumenti ad hoc tali da soddisfare esigenze strategiche per il raggiungimento degli obbiettivi comuni.
 
Secondo gli ultimi trend, è in aumento il numero delle donne appassionate di vino e di quelle attive professionalmente nel settore come imprenditrici o sommelier. Che valore aggiunto apporta la presenza femminile nel settore vinicolo? 
Sono tantissime oggi le donne che, pur essendo cresciute in contesti diversi, scelgono la professione di enologa, agronoma o sommelier. La presenza femminile nel mondo del vino ha apportato la cultura dell'ospitalità che oggi di fatto è diventata ramo di attività aziendale. Per alcune cantine, infatti, l'accoglienza è strategica quanto la vendita. Le cantine oggi non sono più meri luoghi di produzione e vendita, ma luoghi di incontro e aggregazione: location di meeting, matrimoni e salotti culturali. Un buon bicchiere di vino, che accompagna un sapore dimenticato, scalda il cuore e fa vibrare l'anima e questa - me lo lasci dire - è una prerogativa solo femminile!
 
Non perdete domani il quarto appuntamento col progetto #FestaDellaDonna2014. Tratteremo di un argomento molto importante: il cancro al seno e la prevenzione. Approfondiremo il tema con la Dr.ssa Germana Lissidini dell'Istututo Europeo di Oncologia
Mara Giuditta Urriani
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