03/03/2014 - 23:06

Associazione Nazionale Donne dell'Olio #FestaDellaDonna2014

La cucina italiana di qualità, la dieta mediterranea, i piatti dei buongustai, hanno un ingrediente in comune: l'olio. Attorno a questo importante e ricco prodotto della terra è sorta l'Associazione Nazionale Donne dell'Olio che ha lo scopo di diffondere la cultura dell'arte olivicola e olearia. Molte donne sono impiegate nel settore, e di questo parleremo con la presidente Gabriella Stansfield
L'olio è il re della tavola e della cucina, soprattutto italiana. Attorno a questo prodotto pregiato e antico è nata l'Associazione Nazionale Donne dell'Olio che ha l'obiettivo principale di promuovere la cultura e la conoscenza dell'arte olivicola e olearia, oltre alla corretta immagine dell'olio di qualità, attraverso l'azione di donne del settore o semplicemente appassionate e interessate all'olio di oliva. 
 
L'Associazione Donne dell'Olio, con sede a Cavaion Veronese, è caratterizzata da un'impronta volontaristica e senza fini di lucro.
 
Abbiamo intervistato la presidente Gabriella Stansfield per chiarire gli scopi dell'associazione, approfondire le informazioni sulle proprietà dell'olio e indagare il ruolo della donna all'interno del settore. 
 
Presidente com'è nata l'idea di fondare l'associazione? Quali sono gli scopi?
L'Associazione è stata costituita da un gruppo di produttrici nell'aprile del 2000 per promuovere, attraverso un'azione coordinata e condivisa rivolta principalmente alle donne, la cultura e la conoscenza dell'olivicoltura e dell'olio, un'effettiva parità di opportunità e un pieno "equilibrio di genere". Nel corso del tempo alle produttrici si sono affiancate olivicoltrici, frantoiane, agronome, ricercatrici, oleotecarie, chimiche, assaggiatrici.
 
La presenza di una pluralità di esperienze e di competenze è uno degli aspetti che caratterizza Donne dell'Olio. Questo essenziale "pluralismo interno" è poi accentuato dal fatto che all'Associazione possono aderire non solo coloro che operano nel settore, ma anche, in qualità di socie sostenitrici, le consumatrici. Sotto il profilo della diffusione sul territorio, poi, l'Associazione rispetta la volontà di porsi come occasione di incontro e di scambio, finalizzata al raggiungimento di obiettivi di crescita svincolati da singole realtà. Siamo per la coesione, la collaborazione e l'unità. 
 
L'olio è uno degli elementi fondamentali della nostra tavola, spesso però bandito dalle diete ipocaloriche. Cosa pensa dei nuovi stili nutrizionali?
L'olio extra vergine d'oliva apporta le stesse calorie di un qualunque altro olio alimentare (9 Kcal/g), oli di semi compresi. Diversamente dagli altri oli e grassi però, l'olio extra vergine d'oliva è ricco in monoinsaturo (acido oleico) che aiuta ad abbassare il colesterolo cattivo (LDL) e a mantenere inalterato quello buono (HDL). Questa azione è alla base della dieta mediterranea. È ricco inoltre di antiossidanti naturali di due categorie: lipofili vitamina E e idrofili polifenoli e, a differenza dei grassi di origine animale, non contiene colesterolo. 
 
Recenti studi hanno dimostrato che rispetto a tutti gli altri grassi, sia di origine animale che vegetali, l'aggiunta di olio extravergine di oliva a un alimento contribuisce a far raggiungere prima "il senso di sazietà". Occorre comunque intendersi: se per dieta si vuole far riferimento a una sana e corretta alimentazione, una moderata assunzione di olio extravergine di oliva è altamente consigliabile. Se invece si vuole semplicemente dimagrire, non si può altro che ribadire che l'olio extravergine è buono e fa bene, ma non fa dimagrire. Come sempre è una questione di scelta. 
 
Ci sono molte tipologie di olio in commercio ed è sempre più diffuso il tentativo di contraffazione dei prodotti Made in Italy. Che consigli suggerisce per non sbagliare nella scelta?
Mi fa particolarmente piacere questa domanda, perché mi fornisce l'occasione di ribadire una cosa che mi sta particolarmente a cuore. L'olio extravergine di oliva può essere "buono" ovunque venga fatto: in Europa come in Africa, in Australia come in America. Non importa da CHI viene prodotto, ma COME viene prodotto. La qualità di un olio dipende infatti, in primo luogo, dalla qualità delle olive e non dalla loro provenienza. Le olive devono essere sane ed integre e devono essere raccolte al giusto grado di maturazione. Ugualmente importante è che il tempo intercorrente tra la raccolta e l'estrazione sia molto contenuto, che non ecceda cioè le 12 ore, specialmente quando la temperatura esterna è elevata, e che tutte le fasi del processo produttivo vengano attentamente monitorate. Non mi sentirei neppure di demonizzare gli oli prodotti dai cosiddetti "industriali" dell'olio, le multinazionali dell'olio che, più spesso di quanto non si creda, producono oli di buona qualità.
 
I nostri oli, intendo quelli prodotti in Italia da olive italiane, hanno però qualcosa in più, qualcosa che normalmente gli altri non hanno, come tanti sentori diversi, perché il nostro patrimoni varietale è il più ricco al mondo. Frutto di saperi antichi e nuovi saperi, perché da secoli produciamo olio, i nostri prodotti e la nostra competenza sono riconosciuti a livello internazionale. I nostri oli sono qualcosa di più di un semplice condimento: parlano della nostra storia, delle storia delle nostre terre, che portano impresso il lavoro di generazioni di appassionati olivicoltori. Evocano paesaggi e leggende. Insomma non vorrei spingermi a sostenere che difendere il "Made in Italy" nel settore è come difendere la nostra storia e la nostra terra, ma quasi. 
 
Venendo poi ai quesiti specifici che mi ha posto, temo che le mie risposte non saranno del tutto soddisfacenti. In etichetta deve obbligatoriamente essere indicata la provenienza delle olive. Gli oli sono tracciati e quindi dovrebbe essere sempre possibile scovare i "malandrini", coloro che spacciano per italiani oli che tali non sono. Il fatto che molte frodi siano venute alla luce potrebbe anche essere un sintomo di maggiore efficienza nei controlli. Però - e concludo - se dovessi dare un consiglio di carattere generale per orientarsi nella scelta, consiglierei non solo di leggere con attenzione l'etichetta, ma anche di affidarsi con fiducia ai propri sensi, alla capacità discriminatoria di essi. Tra un olio buono e un olio cattivo c'è molta differenza, e si sente. Non è difficile: basta assaggiarli.
 
L'appuntamento con #FestaDellaDonna2014 e il tema dell'Imprenditoria Femminile è per domani, con uno speciale sulle associazioni nazionali Le Donne del Vino e Le Donne della Grappa e intervista alle rispettive presidenti.
Mara Giuditta Urriani
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