01/01/2013 - 01:00

Ambiente: con "Ulisse" caldo e rischio roghi

Secondo la Cia, le temperature elevate e l'assenza prolungata di piogge, intervallate da repentini temporali e grandinate violente, stanno mettendo in ginocchio il settore. Danni per mezzo miliardo di euro e sugli agricoltori pesano anche gli aumenti dei costi produttivi per energia e irrigazione.
Il mix micidiale di caldo torrido e siccità seguito da temperature autunnali e violenti temporali e poi di nuovo da afa e assenza di piogge sta mettendo in ginocchio l'agricoltura italiana. I danni stimati al settore a causa di questo effetto "montagne russe" sui campi ha già sfiorato il mezzo miliardo di euro. E adesso c'è preoccupazione per "Ulisse", che sta portando l'ennesima fiammata africana al Centro-Sud e nuovi acquazzoni al Nord. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori. Le coltivazioni estensive come i cerali hanno subito pesantemente i colpi di calore -spiega la Cia- e le perdite previste sono già del 30 per cento sul mais e del 45 per cento sulla soia in molte regioni settentrionali. A rischio sono pure i pomodori, in particolare nel Mezzogiorno, con raccolti "tagliati" del 25 per cento. Anche la frutta estiva comincia a risentire delle temperature molto al di sopra della media e si va avanti con le irrigazioni di soccorso. E dove non è arrivata la siccità, a creare problemi alle campagne ci ha pensato l'ondata di maltempo con grandine, acquazzoni e vento forte, che ha portato allagamenti, smottamenti e frane, danneggiando serre e reti di protezione ma soprattutto interi vigneti, soprattutto nel piacentino, nel pavese e in alcune zone della collina piemontese.

Ora questo quarto anticiclone sahariano può davvero compromettere per sempre il lavoro di un anno: gli agricoltori rischiano di perdere buona parte dei raccolti, tra stress idrico, scottature e spaccatura dei frutti -continua la Cia- e devono anche mettere in conto l'aumento dei costi di produzione. Sale infatti la "bolletta energetica" per mantenere i prodotti freschi nei magazzini di conservazione e salgono anche le spese per l'irrigazione. Senza contare che l'elevato tasso d'umidità aumenta il rischio di attacchi parassitari. Ma le temperature torride possono anche innescare nuovi incendi boschivi, con gravi danni ambientali ed economici. Già nel primo semestre dell'anno -osserva la Cia- il numero di roghi è cresciuto del 76 per cento rispetto allo stesso periodo del 2011 e addirittura del 157 per cento nel confronto con l'ultimo triennio.

Per questo è importantissima l'attività di prevenzione e per questo, come ogni anno, la Cia, insieme all'associazione VAS-Verdi Ambiente e Società, ha lanciato la campagna 2012 "Preveniamo gli incendi", con il numero verde 800-866158 (un sistema di allerta attivo 24 ore su 24 che raccoglie le segnalazioni di cittadini e turisti sulle realtà di degrado e abbandono delle aree verdi e sulle aree a rischio di incendi) e con un "vademecum" fatto di semplici regole di prevenzione dei roghi e di buona educazione civica. Il patrimonio boschivo italiano -ricorda la Cia- raggiunge oltre 10 milioni e 400 mila ettari di superficie, con 12 miliardi di alberi che ricoprono un terzo dell'intero territorio nazionale. Si tratta di un immenso "serbatoio" di ossigeno e di biodiversità che va difeso a tutti i costi, soprattutto dagli incendi, che hanno un impatto devastante sull'ecosistema. Basti sapere che in media gli incendi immettono nell'atmosfera una quantità di CO2 compresa tra 3 e 4 milioni di tonnellate ogni anno.
Tommaso Tautonico
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