01/01/2013 - 01:00

Ai furgoni una boccata di CO2

L'industria automobilistica dovrà ridurre le emissioni in tutta la sua flotta di furgoni entro il 2017, a seguito di un accordo raggiunto dalle istituzioni dell'Unione europea dello scorso 15 dicembre.
Nel corso di una riunione riservata, i negoziatori dei ministeri dell'ambiente nazionali e il Parlamento europeo hanno concordato come e quando introdurre gradualmente gli obiettivi. Sotto forti pressioni da parte di paesi costruttori di auto - in particolare Francia e Germania - è stato deciso di lasciare più tempo all'industria automobilistica. Ci sarà tempo fino al 2017 per garantire che le emissioni medie delle flotte di furgoni e minibus non arrivino a più di 175 grammi di anidride carbonica (CO2) per chilometro - un anno più tardi rispetto a quanto aveva proposto la Commissione.

I Ministri sono inoltre riusciti a ridimensionare l'obiettivo del 2020, accordandosi su una media di 147g di CO2/km invece dei 135 g proposti dalla Commissione. La rappresentanza delle case automobilistiche europee ACEA ha a lungo sostenuto che 160g CO2/km è l'obiettivo "più fattibile" per il 2020. Connie Hedegaard, il commissario europeo per l'azione del clima, ha accolto con favore l'accordo. "Il regolamento adottato farà furgoni meno inquinanti e contribuirà alla nostra ambizione globale per ridurre le emissioni da trasporto", ha detto in un comunicato.
Kerstin Meyer di Transport & Environment, ha dichiarato che l'UE doveva rifiutare quanto sostenuto dai costruttori, che obiettivi più ambiziosi erano impossibili. "L'industria ha detto di non poter apportare un miglioramento del 14% in termini di efficienza dei furgonati da qui a nove anni, mentre l'anno scorso è riuscita a migliorare il tasso di efficienza auto di ben più di tre volte. I responsabili politici europei dovrebbero fare la tara su quanto sostiene l'industria automobilistica e farsi maggiormente portavoce dei cittadini europei che invece nei prossimi anni si troveranno penalizzati dalle maggiori spese sostenute al momento dell'acquisto di carburante, essendo questo direttamente proporzionale alle emissioni di CO2" - ha detto Daniel Monetti di Terra! A differenza del settore automobilistico, che ha ricevuto miliardi di euro dei contribuenti durante la crisi finanziaria, le piccole-medie imprese hanno ricevuto poco aiuto; e per di più si troveranno a fronteggiare maggiori spese. Una boccata di CO2, in barba ai più deboli e all'ambiente.
Tommaso Tautonico
autore