01/01/2013 - 01:00

A rischio l'ecosistema dunale costiero

A lanciare l'allarme è il WWF Puglia che fanno notare come le segnalazioni che denunciano lo sbancamento delle dune sabbiose stanno assumendo una dimensione preoccupante. Da Otranto a Gallipoli, da Ugento a Porto Cesareo, da Nardò a Salve si susseguono a ritmo incessante le denunce raccolte dal Numero Verde per la segnalazione dei reati ambientali, istituito dall'Assessorato al Demanio Marittimo della Regione puglia ed affidato al WWF.
Molteplici le situazioni, tra le quali spiccano danneggiamento e depauperamento del litorale costiero in violazione dell'art. 110 C.P., art. 44 lett. C del DPR n. 380/2001 e art. 181 bis del D.Lgs n. 42 del 2004. Sono queste le ipotesi investigative che il WWF ha girato alla competente Capitaneria di Porto di Gallipoli, che a seguito delle informative ricevute sta effettuando i necessari controlli. Le coste del Mar Mediterraneo si sviluppano per 46.000 chilometri e attraggono circa 220 milioni di turisti ogni anno e si stima che possano arrivare a 350 milioni entro il 2050. Le coste salentine sono una delle mete più gettonate e la pressione antropica che inevitabilmente d'estate travolge queste spiagge rischia di compromettere seriamente la conservazione della biodiversità costiera, che caratterizza flora e fauna delle spiagge salentine, se non si controlla la corretta fruizione del bene demaniale. Da una parte l'ente comunale ha il dovere inderogabile di organizzarsi per preservare i sistemi dunali costieri, beni paesaggistici che sono tutelati dal nostro ordinamento dal D.Lgs 42/2004 e dal D.M. 17/10/1990, nonché dalla legislazione europea con la Direttiva Habitat 92/43/CE. Altrettanto interessati sono gli operatori turistici che dalla salvaguardia della bellezza naturalistica ricavano forti interessi economici.

Per questo il WWF rimane esterrefatto quando vengono inviate foto alla mail ecoreatipuglia@gmail.com che testimoniano una duna squarciata, le auto sulla spiaggia, passerelle non autorizzate che deturpano il paesaggio. Ed il cittadino che segnala è arrabbiato per tutti gli sfregi inferti all'ambiente, incalza l'associazione ambientalista per chiedere riscontri immediati e chiede giustizia: è il bagnante che il giorno prima aveva posato il suo telo in un tratto di spiaggia libero e il giorno dopo se lo è visto occupare dal lido confinante. A chi si rivolge quel cittadino? Al WWF, riconoscendo implicitamente l'importante funzione del Numero Verde come ponte tra lui e gli Organi di controllo. La speranza è quella di non vedere più quelle foto ricevute da una spiaggia di Porto Cesareo trafitta da pali, probabilmente per costruirci qualcosa sopra. Ad Ugento, in assenza di una barriera al transito delle auto, queste arrivano sin nei pressi della battigia con grave compromissione del sistema dunale. Altra situazione interessante a Salve, dove da diverso tempo la sabbia è movimenta con progressiva riduzione delle dune originarie.

Il WWF punta ad uno sviluppo costiero sostenibile per il bene della natura così come per quello delle persone che fanno affidamento sulle risorse che questo ecosistema offre, in collaborazione con le comunità locali, i pescatori, i visitatori, gli operatori turistici e tutti coloro che in qualche modo gestiscono le coste. L'appello che lancia l'associazione è rivolto a tutte le istituzioni affinché possano essere adeguatamente perseguiti tutti i reati penali e le infrazioni amministrative, allo scopo di prevenire tutti i fenomeni che mettono progressivamente a rischio l'ecosistema marino.
Tommaso Tautonico
autore